Un articolo di: Redazione

Gli ucraini volevano occupare la centrale nucleare “Kurskaja AES” e usarla come arma di ricatto durante gli eventuali colloqui con Mosca. L’invasione è costata la vita a 26.000 militari ucraini. Alcune decine di villaggi russi sono stati rasi al suolo, mentre migliaia di abitanti sono stati costretti a fuggire.

Il presidente, Vladimir Putin, ascolta il rapporto del generale Anatolij Gherasimov sulla completa liberazione della regione di Kursk

A pochi giorni dall’Ottantesimo anniversario della vittoria sul nazifascismo, che nella Federazione Russa viene celebrato il 9 maggio, il Cremlino ha annunciato il completamento dell’operazione militare per liberare la regione russa di Kursk dall’invasione ucraina. Il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che il capo di Stato maggiore delle Forze armate russe, il generale Valerij Gherasimov, ha informato in videoconferenza (nella foto) il comandante in capo delle Forze armate, il presidente Vladimir Putin, sull’esito dell’operazione: “La regione di Kursk è stata liberata dai neonazisti ucraini”, ha dichiarato Peskov, citando le parole del generale Gherasimov, secondo il quale “la disfatta del nemico nella regione di Kursk è stata portata a termine. L’ultima località liberata dagli invasori è stata Gornal”.

L’invasione ucraina nel corso della quale sono stati uccisi oltre 300 civili russi, mentre molte migliaia di russi sono stati sfollati, è iniziata la mattina del 6 agosto del 2025. Come due target strategici dell’invasione, Kiev ha posto l’occupazione della centrale nucleare “Kurskaja AES”, un arma di ricatto durante le eventuali trattative con Mosca, e la città di Kursk, capoluogo della regione omonima. La controversa avventura militare, molto criticata in Ucraina e nel mondo, è costata la vita a 76.000 militari ucraini.

L’esito dell’operazione russa annunciata sabato, 26 aprile, rappresenta, secondo il Cremlino, la conclusione delle ostilità nella regione. Come ha dichiarato il generale Gherasimov “nel corso della liberazione della regione di Kursk le forze armate russe hanno distrutto 412 carri armati, tra cui molti Abrams statunitensi e Leopard tedeschi, più di 600 veicoli blindati di vario tipo, 15 sistemi lanciarazzi multipli HIMARS, 7 lanciarazzi MLRS, 2.200 Humvee e altre autoveicoli blindati di tipo militare.

“La sconfitta delle formazioni armate delle forze armate ucraine che hanno invaso la regione di Kursk è stata completata”, ha sottolineato Gherasimov durante un incontro con Putin. “Con i contrattacchi dai fianchi lungo il confine di Stato della Federazione Russa da parte di due divisioni aviotrasportate – la 76ma e la 106ma – e con le azioni delle brigate marittime 155 e 810, il raggruppamento principale delle Forze armate ucraine è stato isolato e successivamente smembrato e distrutto pezzo per pezzo”, ha dichiarato ancora il generale.

Steven Wikoff e Vladimir Putin

Da parte sua Putin si è congratulato con i militari russi per la completa liberazione del territorio della regione di Kursk: “Mi congratulo con tutto il personale, tutti i combattenti e i comandanti per questo successo, per la vittoria. Vi ringrazio per il coraggio, l’eroismo e il servizio alla nostra Patria e al popolo russo”, ha dichiarato il presidente russo, secondo il quale la vergognosa “avventura del regime di Kiev è completamente fallita e le enormi perdite subite dal nemico, comprese le unità delle Forze armate ucraine più addestrate, equipaggiate e più pronte a combattere anche con aiuti occidentali, come nel caso delle unità d’assalto e delle forze speciali, si ripercuoteranno certamente sull’intera linea di contatto”, ha sottolineato ancora Putin. “La completa sconfitta del nemico nella zona di confine di Kursk crea le condizioni per ulteriori azioni di successo da parte delle nostre truppe in altre importanti aree del fronte e avvicina la sconfitta del regime neonazista”, ha concluso il presidente russo.

Il giorno prima, venerdì, 25 aprile, Putin, aveva ricevuto al Cremlino per colloqui l’inviato speciale del presidente statunitense, Steven Witkoff (nella foto), per confermare ancora una volta la disponibilità della parte russa a negoziare con l’Ucraina senza precondizioni: “Durante il colloquio di ieri con l’inviato del presidente Trump, Witkoff, Vladimir Putin ha ribadito che la parte russa è pronta a riprendere il processo negoziale con l’Ucraina senza alcuna precondizione”, ha detto ai giornalisti il portavoce Peskov, sottolineando lo spirito costruttivo e molto cordiale di questo quarto incontro di Putin con Witkoff, incontro che è durato per più di tre ore.

Giornalisti e Redattori di Pluralia

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