Il Vecchio continente rincorre e non ha la capacità economica delle Big Tech statunitense e nemmeno il capitale umano cinese. Tre i fattori chiave per rientrare nella corsa: talento, aziende, denaro
Il pool di talenti nell’intelligenza artificiale è intrinsecamente globale
È comune sentire i leader europei lamentarsi della narrativa del ritardo tecnologico europeo. Ad esempio, la presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato nel febbraio 2025, in occasione dell’Artificial Intelligence Action Summit di Parigi: “Sento dire troppo spesso che l’Europa è in ritardo nella corsa, mentre gli Stati Uniti e la Cina sono già in vantaggio. Non sono d’accordo. Perché la corsa all’IA è tutt’altro che finita. La verità è che siamo solo all’inizio. La frontiera è in costante movimento. E la leadership globale è ancora in gioco”.
È vero? Per comprendere appieno la corsa all’IA e più in generale la competizione tecnologica, dovremmo esaminare tre fattori interconnessi che ho sottolineato nel mio libro sulla geopolitica dell’ Intelligenza Artificiale: primo, il bacino di talenti necessario per l’innovazione; secondo, le aziende che guidano la ricerca e lo sviluppo; terzo, la disponibilità di capitali per finanziare questa corsa tecnologica. Comprendere le dinamiche in questi settori è essenziale per valutare la posizione dei vari attori globali e il divario esistente, in particolare nella prospettiva dell’Unione Europea. Il pool di talenti nell’intelligenza artificiale è intrinsecamente globale. La conferenza NeurIPS, un evento di spicco nel settore, riflette questa realtà con una significativa partecipazione internazionale, dove, sebbene la maggior parte dei partecipanti avevano affiliazioni americane, una quota notevole parlava correntemente il cinese, con una divisione quasi uguale tra affiliazioni cinesi e americane. Ciò sottolinea il ruolo cruciale degli immigrati negli Stati Uniti e dei ricercatori al di fuori del Paese nel guidare la ricerca sull’IA. D’altra parte, la Cina sta rapidamente aumentando il suo pool di talenti STEM, con un numero di laureati in queste discipline di gran lunga superiore a quello degli Stati Uniti. Come come ha notato il fisico Steve Hsu, la Cina produce circa otto volte più nuovi ingegneri e tecnici ogni anno rispetto agli Stati Uniti. Nel suo dialogo con il colosso dei semiconduttori Morris Chang, il cofondatore e presidente di Alibaba Joe Tsai ha posto la domanda retorica: “Vuoi scommettere contro le persone in Asia? Persone che sono laboriose e istruite?”. La verità è che il talento asiatico è così vasto che ha già vinto la corsa tecnologica: ciò che resta da vedere è come questa vittoria sarà distribuita tra i Paesi asiatici, non solo la Cina, e quanto di questo bacino di talenti continuerà a confluire negli Stati Uniti. È significativo notare che circa la metà dei migliori ricercatori statunitensi nel campo dell’IA proviene originariamente dalla Cina. Alla luce di questi fatti e vincoli, la UE potrebbe diventare un attore significativo nel settore solo attraendo e trattenendo i migliori talenti. È un’illusione pensare che, a causa delle politiche del presidente Trump, centinaia di migliaia di persone decideranno magicamente di venire nell’Unione Europea. Perché dovrebbero farlo? Solo un ecosistema in cui l’innovazione diventa più semplice e in cui gli stipendi sono significativamente più alti può attrarre più talenti nell’UE, in una crescente competizione con le ambiziose potenze tecnologiche asiatiche. Per ciò, il sistema burocratico dell’UE, così come gli Stati membri, dovranno cambiare in modo significativo, riducendo l’onere per le imprese e cancellando i programmi di ricerca e innovazione con scarse prestazioni e, parallelamente, aumentando le competenze tecniche nel settore pubblico. Come dicono i francesi: vaste programme.
Nell’UE, non ci sono aziende che possano eguagliare, nemmeno lontanamente, le cifre stanziate da Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft
Le grandi e nuove imprese, così come la disponibilità di capitali, sono fattori fondamentali della corsa all’IA e, più in generale, dello sviluppo tecnologico. Negli Stati Uniti, all’inizio del 2025 abbiamo visto l’enfasi su iniziative come il progetto Stargate, con potenziali investimenti di centinaia di miliardi di dollari, volti a costruire infrastrutture per l’intelligenza artificiale e garantire la leadership degli Stati Uniti. Aziende come SoftBank, OpenAI, Oracle, Microsoft e NVIDIA sono attivamente coinvolte in questi sforzi. Vedremo se tutti questi investimenti si concretizzeranno e in quale lasso di tempo, ma sicuramente le aziende digitali statunitensi stanno già investendo enormi capitali. Nel 2025, Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft investiranno più di 300 miliardi di dollari. Nell’UE, non ci sono aziende che possano eguagliare queste cifre, nemmeno lontanamente. Inoltre, se guardiamo ai clienti del 2024 dell’azienda chiave nell’ecosistema dell’IA, NVIDIA, oltre a quelle grandi aziende statunitensi, troviamo gruppi cinesi come ByteDance (proprietaria di TikTok) e Tencent.
Parallelamente, la Cina sta investendo massicciamente nelle proprie capacità di calcolo e ricerca. Vediamo aziende come Huawei avanzare nella catena di fornitura dei semiconduttori, aziende come Xiaomi passare in pochi anni dagli smartphone ai veicoli elettrici. E abbiamo vissuto il DeepSeek Moment. La storia di Liang Wenfeng, nato nel 1985 e quindi più giovane dell’età media dell’UE, è un esempio dei punti di forza della Cina: originario del Guandong e laureato in ingegneria all’Università di Zhejiang, Liang Wenfeng ha fondato una società finanziaria, High-Flyer, integrandovi poi le capacità di intelligenza artificiale e successivamente ha fondato un laboratorio di intelligenza artificiale, DeepSeek, nel 2023, attirando grandi talenti con una missione stimolante, fondamentalmente con un intelligente “reverse engineering” della missione originale di OpenAI.
In altri settori tecnologici, come quello spaziale, l’Europa è molto indietro rispetto agli Stati Uniti. Secondo i dati dell’astronomo Jonathan McDowell, l’Europa ha ottenuto solo tre lanci orbitali nell’intero anno 2024, mentre SpaceX ha lanciato tre volte in 13 ore nel marzo 2025. Inoltre, la minore disponibilità di capitale di rischio specificamente dedicato all’IA, la tecnologia e le potenziali complessità normative potrebbero ostacolare ulteriormente la posizione dell’UE. Sebbene l’Europa possa vantare aziende leader in specifiche nicchie, come l’olandese ASML nel settore dei macchinari per semiconduttori, ma anche attori rilevanti nella chimica e nel gas industriale come la tedesca BASF e la francese Air Liquide (messa in pericolo da infinite serie di regolamenti e direttive), l’ecosistema tecnologico europeo nel suo complesso non sembra avere la stessa forza motrice di quelle statunitensi e cinesi.
Nell’ottobre 2024, il fondatore e CEO di NVIDIA, Jensen Huang, si è unito al re di Danimarca per lanciare il più grande supercomputer sovrano di IA del paese, chiamato Gefion, in onore di una dea danese. Il re Frederik X ha detto al pubblico che in realtà c’erano due re sul palco, e uno di loro indossava una giacca di pelle, indicando il look caratteristico di Huang. In realtà, per quanto riguarda la tecnologia, Huang era l’unico vero re sul palco, con aziende ed entità politiche che si rivolgevano a lui, il re dei computer, per avere la “sovranità” tecnologica. Senza una corretta consapevolezza dei tre fattori chiave (talento, aziende, capitale) e delle politiche in grado di affrontare queste sfide, l’Europa continuerà a rimanere indietro e a lamentarsi.