Un articolo di: Tommaso Baronio

L'incontro tra Xi Jinping e Henry Kissinger è un segno importante di avvicinamento tra i due Paesi, ma cercando di evitare strade istituzionali e contattando chi possa portare le ragioni cinesi all'amministrazione Biden

Chissà che cosa aveva in mente Henry Kissinger, quando giovedì, alla veneranda età di 100 anni, ha varcato nuovamente la soglia della Diaoyutai State Guesthouse, lo stesso edificio dove mezzo secolo aveva incontrato Zhou Enlai, all’epoca premier cinese. Questa volta ad aspettarlo c’era il Presidente Xi Jinping, in un contesto totalmente cambiato. Kissinger, ex segretario di Stato, si è presentato a Pechino in veste di privato cittadino, ricevendo un’accoglienza a dir poco entusiastica. 

Lo stesso leader Xi ha steso un tappeto rosso allo storico diplomatico pronunciando le parole “il popolo cinese si ricorderà sempre di lei”. Ma non finisce qui. Kissinger ha ricevuto le lodi del più alto diplomatico cinese, Wang Yi, per la sua saggezza ed è riuscito in quello in cui l’amministrazione Biden ha fallito: incontrare il ministro della Difesa della Repubblica Popolare, che aveva in precedenza respinto tutte le richieste di dialogo con l’omologo americano.

Proprio per sottolineare l’importanza storica dell’incontro avuto giovedì con Xi, Kissinger è stato accolto nella Villa n. 5 della Diaoyutai State Guesthouse. In un video diffuso dall’emittente di Stato CCTV il Presidente cinese ha dichiarato: “”Le relazioni tra Cina e Stati Uniti saranno per sempre legate al nome di Kissinger” e ancora “Le esprimo il mio profondo rispetto”.

Certamente la storia aiuta a comprendere le ragioni di un’accoglienza così calorosa. I cinesi definiscono il diplomatico centenario “un vecchio amico”. Pechino ricorda spesso il periodo in cui Kissinger, da segretario di Stato, contribuì in maniera importante ad aprire la strada alla storica visita del presidente Nixon in Cina nel 1972; un viaggio che poi portò all’instaurazione di legami diplomatici importanti tra Usa e Cina. Era un’epoca d’oro nelle relazioni bilaterali di cui i funzionari cinesi hanno una nostalgia maledetta, tanto da affermare che gli attuali funzionari americani dovrebbero imparare da Kissinger e dalla sua posizione favorevole all’impegno.

Ma ancora non si spiega il perché preferire la visita di quello che ormai è un privato cittadino americano, rispetto a un incontro istituzionale con alti funzionari statunitensi.

Dennis Wilder, ex capo dell’analisi della Cina presso la Central Intelligence Agency, sentito dal New York Times, ha le idee chiare a tal proposito. “Sembra proprio una strategia cinese deliberata” per corteggiare persone che potrebbero contribuire a cambiare le opinioni a Washington, ha spiegato Wilder, aggiungendo come “I cinesi stanno stimolando coloro che hanno un interesse personale nell’economia cinese e nelle relazioni generali”.

E in questo contesto si inserirebbero anche le importanti visite di Bill Gates, anche lui ritenuto un vecchio amico, e di Elon Musk, incontri in cui la Cina ha cercato di evidenziare le relazioni economiche di lunga data evidenziando i rischi del venir meno delle catene di approvvigionamento globali. Anche Tim Cook e Jamie Dimon hanno avuto meeting con importanti funzionari cinesi e il messaggio che il Dragone vuole inviare sembra chiaro: la nostra economia è solida.

I contatti sono avvenuti anche tra i rispettivi funzionari. Si ricordino il viaggio in Oriente di Anthony Blinken, Segretario di Stato, e i più recenti di Janet Yellen, Segretario del Tesoro, e John Kerry, inviato di Biden per il clima. Tutti profiqui dal punto di vista dell’iniziare a costruire delle basi per un dialogo, ma il dialogo non c’è stato. Kerry, per esempio, è uscito dai colloqui senza nuovi accordi e Pechino ha ribadito che problemi nelle relazioni ostacolano la cooperazione con Washington nella lotta al riscaldamento globale.

Anche sul fronte economico-commerciale la situazione è in stallo. La Cina vuole che gli Usa cancellino le restrizioni sulla tecnologia, riducano il loro sostegno a Taiwan e interrompano quella che Pechino considera una strategia di contenimento. Inoltre i legami potrebbero ulteriormente incrinarsi se l’amministrazione Biden imponesse nuove restrizioni agli investimenti americani in aziende cinesi che si occupano di informatica quantistica, intelligenza artificiale e semiconduttori.

La frustrazione dell’amministrazione americana è facilmente percepibile dalle parole di John F. Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, che spiegando che l’amministrazione Biden era a conoscenza del viaggio di Kissinger da tempo, ha detto: “È spiacevole che un privato cittadino possa incontrare il ministro della Difesa e comunicare con lui, mentre gli Stati Uniti non possono farlo. È un problema che vogliamo risolvere”.

Con questi incontri, Xi sembra voler sottolineare l’importanza dei legami commerciali tra le due nazioni e segnalare che le crescenti tensioni nelle relazioni potrebbero mettere a rischio tali legami, cercando di trattenere e attrarre quanti più investitori esteri possibile. 

Giornalista

Tommaso Baronio