Donald Trump si dichiara interessato a un incontro personale con Vladimir Putin, ma continua tuttavia a rinviare la data di un possibile summit, ritenendo che Mosca, al momento, non sia ancora pronta. Il 10 aprile scorso il presidente statunitense ha addirittura esteso per un altro anno le sanzioni draconiane contro la Russia, introdotte a suo tempo dal predecessore, Joe Biden, motivando la decisione con il presunto “grave pericolo” che Mosca continuerebbe a rappresentare per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Con il 47° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump (nella foto), non ci si annoia mai. E non soltanto se si è cittadini americani. In tutto il mondo, moltissime persone si svegliano ogni mattina con la curiosità di scoprire quale nuova sorpresa abbia in serbo per loro il politico statunitense. Le sue recenti sortite in materia di dazi hanno agitato i mercati e le grandi aziende, turbando sia i miliardari che i più modesti detentori di azioni.
Eppure, dopo che molti economisti avevano lanciato l’allarme sul rischio di recessione, a poche ore dall’imposizione di dazi severi contro decine di partner commerciali degli Stati Uniti, Trump ha annunciato la sospensione di quasi tutte le tariffe per un periodo di novanta giorni e ha aggiunto che potrebbe persino prendere in considerazione l’esenzione totale per alcune aziende americane.
Ciononostante, quasi tutti i partner commerciali degli Stati Uniti si troveranno a dover affrontare dazi del 10 per cento, nonché dazi del 25 per cento su automobili, acciaio e alluminio; la Cina, che ha reagito con veemenza a questa misura, sarà soggetta a tariffe ancora più elevate, pari al 145 per cento, a fronte dei dazi del 104 per cento inizialmente annunciati da Trump. Inoltre è altamente probabile che una guerra tariffaria e commerciale tra le due maggiori economie del mondo possa coinvolgere anche molti altri Paesi.
Mentre Joe Biden e l’Unione Europea erano disposti a erogare miliardi in sostegno dell’Ucraina, Trump ha decisamente cambiato rotta: rivuole indietro i suoi soldi, se non in contanti, almeno sotto forma di risorse minerarie.
Sfortunatamente, oltre a queste discordie finanziarie, c’erano le promesse di Trump di porre rapidamente fine alla guerra in Ucraina, promesse che però si stanno rivelando volubili quanto la sua retorica. Un giorno accusa Zelensky, il giorno dopo Putin, per poi arrivare a minacciare entrambi con cattive notizie. Putin reagisce a tutto questo con tranquillità, mentre il suo team continua a sottolineare il conseguimento di alcuni progressi nei negoziati.
Dall’altra parte, Zelensky, forte del sostegno di un’Europa messa alle strette e, secondo alcuni esperti, dell’uso di alcune “sostanze piuttosto potenti”, prosegue con i suoi consueti toni polemici e le dichiarazioni infuocate. Bisogna comunque ammettere che alcune delle sue argomentazioni, per quanto ciniche, non siano del tutto prive di fondamento. Gli Stati Uniti e l’Occidente lo hanno arruolato per condurre l’Ucraina sull’altare sacrificale, trasformandola in un Paese-mercenario per indebolire la Russia. Perciò ora Zelensky, insieme al suo entourage, pretende una ricompensa. E se Biden e l’Unione Europea erano disposti a pagare le somme necessarie, Trump ha decisamente cambiato rotta: rivuole indietro i suoi soldi, se non in contanti, almeno sotto forma di risorse minerarie.
Naturalmente, si potrebbe pensare che si tratti di una novità nel settore dei mercenari. Una volta assunti, non è previsto alcun rimborso, a prescindere dal fatto che svolgano bene o male il loro compito. Potrei sbagliarmi, e forse sarebbe il caso di chiedere a qualcuno come Erik Prince, fondatore della compagnia militare privata Blackwater, quale sia la prassi in situazioni del genere. Prince venne ingaggiato per svolgere il lavoro sporco degli Stati Uniti in Iraq e, a giudicare dai risultati, l’esito non fu dei migliori. Gli è stato forse richiesto un rimborso? Non credo proprio.
Inoltre, la maggior parte dei terreni minerari e agricoli si trova già sotto il controllo di oligarchi ucraini e occidentali. Per esempio, Trump potrebbe chiedere al suo nuovo membro del gabinetto, Robert F. Kennedy Jr., di riferire sul fondo di investimento BlackRock. “Pochi capiscono il reale significato che la guerra in Ucraina comporta per il grande business: si tratta di enormi opportunità. Non sono soltanto le armi e i contratti per la futura ripresa economica. Vastissime aree di terreno agricolo in Ucraina, tra i più fertili al mondo, sono state messe in vendita, e società americane come BlackRock sono in prima linea per accaparrarsele”, afferma Kennedy Jr.
Oggi ricondurre alla ragione gli europei e Zelensky appare praticamente impossibile. Iniziamo quindi da due Paesi che furono alleati in passato, Stati Uniti e Russia, per porre le basi di un processo di pace. A questo scopo, risultano particolarmente adatte alcune date portatrici di una forte carica simbolica per entrambe le nazioni, le date dell’80º anniversario della Vittoria nella Seconda guerra mondiale: il 25 aprile e l’8-9 maggio 1945.
Il 25 aprile 1945 i soldati dell’Armata Rossa e delle forze armate statunitensi si incontrarono sul ponte che attraversa il fiume Elba, nella città di Torgau, alla vigilia della vittoria congiunta riportata due settimane più tardi contro la Germania nazista. Ottant’anni fa nacque lo “Spirito dell’Elba”. Per molti russi, americani e persone di buona volontà in tutto il mondo, che hanno dato vita a un omonimo movimento internazionale, questo Spirito rappresenta un faro di speranza: una speranza per tutti coloro che desiderano che i due Paesi cooperino a beneficio dei propri popoli e dell’intera umanità.
Esattamente cinque anni fa, in questo stesso giorno, Trump e Putin dichiararono quanto segue: “Lo Spirito dell’Elba incarna un esempio del modo in cui i nostri Paesi possono mettere da parte le proprie divergenze, rinsaldare la fiducia reciproca e cooperare nel nome di un obiettivo superiore. Oggi, di fronte alle sfide cruciali del XXI secolo, rendiamo omaggio al valore e al coraggio di tutti coloro che combatterono fianco a fianco per la vittoria sul fascismo. La loro impresa eroica non sarà mai dimenticata”.
Oggi Trump si dichiara interessato a un incontro personale con Putin, ma continua tuttavia a rinviare la data di un possibile summit, ritenendo che Mosca, al momento, non sia ancora pronta. Le ricorrenze del Giorno dell’Elba e della celebrazione del Giorno della Vittoria il 9 maggio si prestano perfettamente a fissare questo summit e risolvere le divergenze ancora in sospeso, quantomeno tra i due Paesi. In seguito si potrebbe avviare un lavoro volto a portare al tavolo dei negoziati anche le altre nazioni.