Un articolo di: Redazione

La Striscia è completamente isolata: 2 milioni di persone sono bloccate e senza rifornimenti. Le Nazioni Unite spiegano che questi metodi sono "vietati dal diritto umanitario internazionale”.

Nella Striscia, due milioni di persone sono senza via di scampo. Il valico di Rafah, via di comunicazione con l’Egitto, è chiuso e Israele blocca qualsiasi rifornimento alla popolazione di Gaza. Nulla entra e nulla esce dal territorio lungo 42 chilometri e largo 9 stratto tra il Israele, il Mar Mediterraneo e l’Egitto. I morti tra i palestinesi sono già 1500, almeno 200.000 gli sfollati dall’attacco iniziato in seguito ai massicci bombardamenti di Hamas su Israele del 7 ottobre.

Contro l’assedio totale, che rappresenta una condanna senza appello per i civili, si è espresso l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell al termine del Consiglio Affari Esteri straordinario sulla guerra tra Israele e Hamas.

“I ministri europei hanno concordato con la dichiarazione congiunta dell’Ue e dei Paesi del Golfo sul diritto di difendersi da parte di Israele ma nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Questo significa nessun blocco  dell’approvvigionamento, di cibo, acqua ed elettricità – alla popolazione di Gaza. Dobbiamo distinguere Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese. La prima è un’organizzazione terroristica, la secondo un partner. Non tutti i palestinesi sono terroristi”.

L’ONU ha ribadito che l’assedio totale, imposto alla Striscia di Gaza da Israele, che da alcuni giorni sta bloccando tutte le forniture, “è vietato dal diritto umanitario internazionale”. “L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha spigato in una nota Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Borrell ha spiegato anche che l’assistenza all’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) non va interrotta, nonostante ci sia il rischio che Hamas possa intercettare gli aiuti: ”ma non deve essere una scusa per dilazionare l’assistenza al popolo palestinese”.

Il conflitto sembra, come è sempre stato, senza via d’uscita ma “nel lungo periodo dobbiamo tornare a ravvivare il percorso di pace delineato da Paesi arabi, che porta a una soluzione a due Stati, che oggi appare più lontana che mai. Noi non conosciamo un’altra soluzione. Allo stesso tempo dobbiamo aumentare gli aiuti umanitari alle vittime di questa tragedia”, ha concluso Borrell.

Nel frattempo, secondo quanto riporta l’Autorità per l’energia, Gaza resterà senza corrente elettrica già dalle ore 14 di oggi, 11 ottobre: è finito il carburante necessario per generarla. Mentre Benyamin Netanyahu lavora per un governo di unità nazionale, 300.000 soldati israeliani sono schierati sul confine, “per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani”, come ha spiegato il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Jonathan Conricus.

Secondo la NBC l’amministrazione Biden e altri Paesi starebbero lavorando per la creazione di un corridoio di sicurezza per evacuare i civili e i cittadini statunitensi, questo verosimilmente sarebbe a sud, nella zona di confine con l’Egitto.

 

Giornalisti e Redattori di Pluralia

Redazione