Dopo gli Stati Uniti la Cina ha messo la parola “fine” anche sulla storica “diplomazia dei panda” con la Gran Bretagna. I due panda giganti, Tian Tian, la femmina e Yang Guang, il maschio, che, negli ultimi 12 anni hanno vissuto in cattività nello zoo della città di Edimburgo, in Scozia, sono tornati in patria.
Da decenni la Cina ricorre a quella che viene definita “la diplomazia dei panda”: presta questi rari animali in via di estinzione ai Governi dei Paesi con cui Pechino è in “buoni rapporti politici”, e al contrario li richiede indietro quando i rapporti peggiorano. E in questo momento i rapporti politici e diplomatici tra Cina, gli Stati Uniti e anche il Regno Unito sono al livello più basso da molti anni.
Ufficialmente, sia Pechino che Londra hanno negato che “alla base della questione dei panda ci sia la politica”, e hanno promesso che “nei prossimi mesi si terranno nuovi negoziati per rinnovare i contratti di cessione dei panda agli zoo inglesi, o per farne di nuovi”.
Londra ha spiegato che i due panda si trovavano nello zoo di Edimburgo nell’ambito di un accordo tra la Royal Zoological Society of Scotland (RZSS) e l’Associazione cinese per la conservazione della fauna selvatica. Gli scienziati britannici e cinesi speravano che si riproducessero, dando alla luce un cucciolo, come è accaduto nell’estate nello zoo di Mosca, in Russia. Invece a Edimburgo i due “sposini” non sono stati in grado di creare un “erede”.
I due panda sono già arrivati a Chengdu, nella provincia cinese del Sichuan dove vivranno in un santuario protetto. Come ha detto alla cerimonia di saluto ai panda, David Field, direttore esecutivo della Royal Zoological Society of Scotland “durante il loro soggiorno a Edimburgo i due panda giganti hanno avuto un’influenza positiva incredibile sui turisti, ispirando milioni di persone a prendersi cura della natura”.
Come ricorda la fondazione internazionale World Wide Fund for Nature (WWF) “con una vita media di 20 anni, i panda giganti sono il simbolo degli animali in via d’estinzione, mentre la popolazione attuale, nel mondo, è di appena 1.900 individui, di cui più della metà vive all’interno di aree dedicate”.