Gaza, attacco di Israele dopo due mesi di tregua

Secondo l'autorità palestinese ci sono oltre 300 morti, Hamas: "a rischio i 59 ostaggi ancora nella Striscia"

L’esercito israeliano è tornato a lanciare attacchi aerei sulla Striscia di Gaza. Il primo bilancio dei morti è di oltre 300 persone, secondo quanto riportano le autorità palestinesi. L’attacco arriva dopo due mesi di un cessate il fuoco che ora è a serio rischio.

Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, secondo quanto riporta Reuters, ha spiegato di aver dato istruzioni all’esercito di agire con forza contro Hamas come risposta al rifiuto del gruppo di rilasciare i residui ostaggi detenuti. Il ministro della Difesa Israel Katz ha spiegato che “Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Si prepara a compiere una nuova incursione in Israele, simile a quella del 7 ottobre”. Secondo fonti israeliane Hamas potrebbe contare ancora su 25.000 terroristi, mentre la Jihad palestinese su 5.000.

“Israele, d’ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, si legge in un comunicato dell’ufficio di Netanyahu mentre Hamas accusato Israele di aver ribaltato l’accordo di cessate il fuoco mettendo a rischio i 59 ostaggi che sono ancora imprigionati a Gaza.

Dagli Stati uniti arrivano conferme sul fatto che Israele si è consultata con Washington prima di riprendere gli attacchi. Brian Hughes, portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che “Hamas avrebbe potuto rilasciare degli ostaggi per prolungare il cessate il fuoco, ma ha scelto il rifiuto e la guerra”.

L’associazione di familiari di ostaggi in Israele, Family Forums, ha chiesto a Netanyahu di “smettere di uccidere” i loro cari, dopo i recenti sviluppi. “Le famiglie degli ostaggi chiedono un incontro questa mattina con il primo ministro, il ministro della Difesa e il capo della squadra negoziale, durante il quale verranno chieste garanzie su come gli ostaggi saranno protetti dalla pressione militare e come ci si aspetta che vengano riportati indietro (…) Smettete di ucciderli!”.