I rischi legati all'attuale conflitto nella Striscia di Gaza potranno mettere in forse la crescita economica dei Paesi del Golfo, soprattutto se il conflitto armato dovesse estendersi per coinvolgere gli altri player regionali
Nel suo recente report Gulf Economic Update del titolo “Gli sforzi di diversificazione economica stanno dando i loro frutti nella regione del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), ma servono altre riforme”, la Banca Mondiale (World Bank, WB) ha annunciato che i Paesi del Golo Persico dovranno crescere complessivamente di almeno l’1% nel 2023 per poi accelerare il proprio sviluppo economico e quindi risalire al 3,6% e al 3,7% rispettivamente nel 2024 e nel 2025.
Secondo gli esperti della World Bank “gli sforzi di diversificare le economie della regione del GCC, di smarcarsi dalla produzione petrolifera come unica fonte di crescita, stanno dando i loro frutti, ma per consolidare i risultati positivi sono indispensabili ulteriori riforme”.
Tra i risultati più meritevoli gli analisti della WB hanno citato la crescente partecipazione femminile alla forza lavoro: “I progressi sono stati fatti soprattutto grazie al trend, lanciato dall’Arabia Saudita, che promuove l’emancipazione economica delle donne”, ha sottolineato Johannes Koettl, economista senior presso la Banca Mondiale.
Per quanto riguarda le prospettive economiche dei singoli Stati del Golfo, l’Arabia Saudita dovrà far fronte quest’anno a una contrazione del PIL dello 0,5%, mentre per il 2024 è prevista una ripresa del 4,1%. In Qatar, la crescita del PIL rallenterà dal 4,9 del 2022 fino al 2,8% quest’anno, e rimarrà a questo livello anche l’anno prossimo. Per quanto riguarda la situazione economica degli Emirati Arabi Uniti, gli esperti della WB hanno indicato che nel 2023 il PIL aumenterà in media del 3,4% “a causa dell’attività globale più debole, della produzione petrolifera stagnante e delle condizioni finanziarie più restrittive”. Nel frattempo gli altri settori dell’economia degli Emirati non legati alla produzione petrolifera dovranno invece crescere del 4,5%.
Gli analisti della Banca mondiale hanno sottolineato che “i rischi legati all’attuale conflitto nella Striscia di Gaza potranno mettere in forse la crescita economica dei Paesi del Golfo, soprattutto se il conflitto armato dovesse estendersi per coinvolgere gli altri player regionali”. Secondo la WB già in questo momento “i mercati petroliferi globali stanno entrano in un periodo di maggiore volatilità”.
Infine per quanto riguarda il Bahrein, la crescita non dovrà essere inferiore del 2,8% nel 2023, mentre il settore “non petrolifero” sarà il motore principale dello sviluppo economico del Paese. Invece per il Kuwait in seguito alla diminuzione nel 2023 della produzione petrolifera è stato previsto un drastico rallentamento della crescita economica fino allo 0,8%. Invece il settore “non petrolifero” del Paese dovrebbe aumentare del 5,2%. La lista viene conclusa dall’Oman, che in seguito ai tagli della produzione petrolifera, decisi dall’OPEC+, rallenterà quest’anno fino all’1,4 per cento.