Cina: dazi contro avversari e partner

Per difendere gli interessi dei produttori cinesi, il Governo di Pechino introduce dazi contro gli USA, la UE, ma anche contro l’India, partner dei BRICS

Tutti sono d’accordo che le barriere doganali “danneggiano il commercio internazionale” e mettono in grave pericolo le catene di approvvigionamento. Dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina sta entrando in una nuova fase.

Dal venerdì, 24 gennaio, la Cina applicherà dazi provvisori sulle importazioni di materie plastiche industriali dagli USA, dall’Unione europea, dal Giappone e da Taiwan. Il ministero del Commercio, al termine di un’indagine aperta lo scorso maggio e durata complessivamente nove mesi, ha annunciato che “i dazi antidumping provvisori sui copolimeri poliacetali varieranno dal 3,8% al 74,9% a seconda del Paese e dell’azienda”. La stangata è stata annunciata in seguito alle minacce di Trump di imporre dei dazi “proibitivi” su tutte le importazioni dalla Cina.

Ma la guerra dei dazi risucchia come una voragine non soltanto gli avversari politici ed economici della Cina, ma anche i partner dei BRICS: il ministero del Commercio cinese ha annunciato che “prorogherà i dazi antidumping sulle importazioni di orto-diclorobenzene (ODCB) – una sostanza chimica utilizzata nella produzione di pesticidi, prodotti farmaceutici e coloranti – dall’ India per altri cinque anni, a partire da oggi, 23 gennaio”. La decisione è stata presa in considerazione dei potenziali danni per l’industria chimica cinese. Stando ai termini del provvedimento, le aliquote dei dazi rimarranno invariate rispetto a quelle stabilite nel 2019: le aziende indiane saranno soggette a una sovrattassa del 31,9 per cento.

Per “smarcarsi” dai produttori stranieri la Cina aumenta di anno in anno la spesa nel campo della ricerca e dello sviluppo, che nel 2024 ha superato quota di 500 miliardi di dollari, in aumento dell’8,3% su base annua. Vale a dire che la spesa in ricerca e sviluppo ha rappresentato nel 2024 il 2,68% del Prodotto interno lordo cinese.