Risposta di Pechino all’intenzione di Donald Trump di imporre dazi proibitivi del 60% sulle tutte le importazioni in arrivo dalla Cina
Un nuovo tassello si aggiunge al complicato quadro della guerra commerciale, in corso tra la Cina, gli Stati Uniti e i loro alleati. Giovedì, 16 gennaio, il Governo di Pechino ha annunciato che a partire dal 24 gennaio prossimo la Cina applicherà dazi provvisori sulle importazioni di materie plastiche industriali provenienti dagli Stati Uniti, dall’Unione europea, dal Giappone e anche da Taiwan.
La decisione drastica è stata presa al termine di un’indagine antitrust, aperta lo scorso maggio dal ministero del Commercio cinese, secondo il quale i “nuovi dazi antidumping provvisori sui copolimeri poliacetali varieranno dal 3,8% al 74,9% a seconda del Paese e dell’azienda”. Le materie plastiche in questione – prodotto di alte tecnologie – possono sostituire parzialmente metalli come rame e zinco e possono essere utilizzati in diversi ambiti dall’elettronica, alla componentistica per auto e alle apparecchiature mediche.
I dazi sono stati annunciati a meno di una settimana dall’insediamento il 20 gennaio prossimo di Donald Trump (nella foto) alla Casa Bianca per un secondo mandato. Si teme che la nuova presidenza di Trump possa essere segnata da nuove aspre tensioni commerciali tra Washington e Pechino. E questo perché il presidente eletto ha anticipato più volte la propria intenzione di imporre dazi proibitivi del 60% sulle tutte le importazioni dalla Cina e del 25% su quelle in arrivo dal Messico e dal Canada nel tentativo, come ha detto lo stesso Trump, “di ottenere più cooperazione nel contrasto del narcotraffico e della migrazione illegale”.