China Evergrande ha invocato il “Chapter 15” del codice fallimentare Usa presso un tribunale di New York. La società di real estate arriva da anni difficili che ben simboleggiano la crisi del settore immobiliare cinese. Secondo quando comunica Evergrande, la società sta semplicemente “portando avanti una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento”.
Evergrande, che con la sua insolvenza nel 2021 aveva mandato in crisi l’intero settore immobiliare cinese e accumulato debiti per oltre 300 miliardi di dollari, ha ora invocato il capitolo del codice fallimentare Usa che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione dai creditori che sperano di farle causa o di bloccarle i beni negli Stati Uniti. Allo stesso tempo ha chiesto il riconoscimento della ristrutturazione del debito in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini.
Anche la salute del più grande promotore immobiliare privato cinese, Country Garden, è tutt’altro che florida: in questo mese sono mancati i pagamenti di alcuni interessi e in questa scia anche lo Zhongzhi Enterprise Group, società di investimenti attiva anche nel campo del real estate, è stata incapace di soddisfare i creditori.
Si teme quindi che un “contagio” nel sistema sia già in atto, un fatto che preoccupa Pechino che è alle prese con un’economia che stenta a tornare a correre, che deve fronteggiare una crisi della domanda, tanto interna quanto estera, e una disoccupazione giovanile preoccupante.