Corea del Sud, è iniziato il primo sciopero nella storia di Samsung

Le trattative in corso da diversi mesi tra dirigenza e sindacati non sono andati a buon fine. Così il 7 giugno, per la prima volta nella storia, i dipendenti del colosso industriale della Corea del Sud Samsung Electrotics sono in sciopero.

Un’azione che incrina il mito dell'”azienza famiglia” coreana e che fa molto rumore a Seoul. I dipendenti del colosso dell’elettronica di consumo, dai televisori agli smartphone (segmento di mercato dove è tra i leader globali) ma anche nel delicato e cruciale settore dei microchip ad alte prestazioni (dove però l’azienda si trova a inseguire i leader taiwanesi) chiedono salari più elevati. Le trattative sono ferme da gennaio 2024 e non si riesce a trovare un accordo.

C0sì il National Samsung Electronics Union (NSEU), che conta circa 28.000 membri, ovvero un quinto della forza lavoro totale dell’azienda, ha interrotto il lavoro. Si tratta in ogni caso – per il momento – di uno sciopero “educato”: in programma c’è un solo giorno di stop e i dipendenti hanno chiesto “L’uso coordinato delle ferie”. Questo “E’ il nostro primo passo verso l’obiettivo finale di uno sciopero su larga scala”, ha dichiarato Lee Hyun-guk, vice capo dell’NSEU secondo quanto riporta l’agenzia Yonhap.

Samsung ha dichiarato che non ci sarà alcun impatto sulla produzione o sull’attività commerciale e ha voluto calmare gli animi spiegando che: “Ci siamo sinceramente impegnati con il sindacato e continueremo i colloqui con loro”.  Yonhap riporta anche le dichiarazioni della società di ricerche di mercato TrendForce che ha confermato che il giorno di sciopero non dovrebbe causare interruzioni nella produzione di Samsung, visto che 7 giugno cade tra la festività del giovedì e il fine settimana e le fabbriche di semiconduttori di Samsung hanno un alto tasso di automazione.