Transparency International: gli sforzi della lotta contro la corruzione sono “stagnanti o sono in declino” nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea
Mentre una missione del Fondo monetario internazionale (FMI) arriva a Bucarest per analizzare la situazione attuale e le prospettive di sviluppo dell’economia romena, l’organizzazione non governativa anti corruzione Transparency International (TI) ha bollato la Romania il “fanalino di coda” dell’intera Unione europea per le politiche volte ad arginare l’espansione della corruzione in questo ex Paese del campo socialista. Secondo una recente analisi della TI la Romania “rimane ancora tra i Paesi dell’Unione europea con i voti peggiori in termini di attuazione delle misure anticorruzione ottenendo soltanto 46 punti su cento, e si piazza insieme alla Bulgaria, che ha ottenuto 45 punti”.
L’ONG pubblica regolarmente il cosiddetto Indice di percezione della corruzione (Corruption Perceptions Index, CPI) che riflette il modo in cui gli esperti indipendenti internazionali e locali, nonché i manager aziendali percepiscono la situazione della corruzione nel settore pubblico in 180 Stati del mondo. La classifica dei Paesi viene stilata attribuendo i punti, da 0 (“estremamente corrotto”) a 100 (“assolutamente non corrotto”). Secondo la metodologia di Transparency International, i voti inferiori a 50 punti sono “inaccettabilmente bassi”.
Per quanto riguarda la situazione di tutta l’Unione europea gli esperti della TI sono arrivati alla conclusione che gli sforzi della lotta contro la corruzione dilagante sono “stagnanti o sono addirittura in declino” nella maggior parte degli Stati membri: “La media della UE resta costante negli ultimi cinque anni e si è fermata a 64 punti”. Vale a dire che con 46 punti su 100 possibili, la Romania – membro della UE sin dal 2007 – resta tra i Paesi dell’Unione che s’impegna poco o niente per combattere la corruzione mentre ci sono carenze significative nel sistema romeno dello Stato di diritto.