Crolla l’export cinese verso USA

Nel periodo maggio-agosto del 2023 le società americane hanno tagliato di circa un quarto le proprie importazioni di prodotti e di servizi cinesi. Per l’esattezza, rispetto all’analogo periodo del 2022, le esportazioni dalla Cina verso gli Stati Uniti sono calate del 24 per cento. Come ha scritto il quotidiano statunitense The Washington Post: “nonostante i tentativi di Washington e di Pechino di normalizzare i rapporti bilaterali le tensioni sono ancora molto forti”.
Gli Stati Uniti hanno criticato aspramente la Cina per “la mancata condanna dell’operazione militare russa in Ucraina”. Da parte sua la Cina continua a protestare con gli Stati Uniti per la cooperazione tecnico-militare con Taiwan. Un portavoce del ministero della Difesa cinese ha definito un nuovo pacchetto di armi a Taiwan di 345 milioni di dollari come “una seria minaccia alla pace e alla stabilità nella regione” e ha accusato ancora una volta Washington di “interferenza brutale negli affari interni della Cina”.
In questo contesto, scrive The Washington Post, le aziende statunitensi, tra cui ci sono alcuni big come Hewlett Packard, stanno cercando di ridurre praticamente all’osso la loro dipendenza dai fornitori cinesi e hanno avviato il processo di ricostruzione delle catene di approvvigionamento. In particolare la quota dei personal computer cinesi nel totale delle importazioni USA è scesa dal 61% (2016) al 45% nel 2022.
Vale a dire che le aziende americane non vogliono essere “strette nella morsa di rivalità delle due superpotenze”. Come conseguenza, nel maggio del 2023, il Messico è diventato il principale partner commerciale degli Stati Uniti, seguito dal Vietnam e dalla Thailandia.
Secondo The Washington Post, la Cina come “centro della produzione globale” si trova attualmente di fronte a una delle sfide più difficili degli ultimi 20 anni. Anche il Giappone ha ridotto notevolmente le proprie importazioni dalla Cina. Invece l’Europa continua ad approvvigionarsi in Cina come prima. Per quanto riguarda l’Italia per il 2023 è previsto il balzo del 50% delle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore. Coldiretti e Filiera Italia suonano l’allarme: la Cina con i 7,3 miliardi di chili prodotti nel 2023 sorpasserà l’Italia nella classifica mondiale dei produttori di pomodoro da industria.