L’embargo che gli Stati uniti impongono a Cuba è arrivato a costare al Paese caraibico almeno 5 miliardi di dollari in un anno.
A spiegarlo è stato il ministro delle Relazioni estere dell’Avana, Bruno Rodríguez Parrilla, con riferimento al lasso di tempo intercorso tra il 1 marzo 2023 e il 29 febbraio 2024. Nello stesso periodo, secondo il ministro, il PIL del Paese sarebbe cresciuto dell’8% nel 2023 da qui la definizione delle sanzioni statunitensi come “una crudele politica punitiva, un crimine contro l’umanità, un atto di genocidio”.
Cuba è alle prese con una crisi economia, finanziaria e sociale senza precedenti, mancano beni di prima necessità come pane, latte e carburante. C’è carenza anche di medicinali e i black out energetici sono all’ordine del giorno.
Il 2 dicembre 2023 l’assemblea generale delle Nazioni unite ha rinnovato con 187 voti a favore, il voto contrario di USA e Israele e l’astensione dell’Ucraina, la risoluzione che da 31 anni chiede la fine dell’embargo economico e commerciale che dura ormai da sei decenni. Nell’occasione il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez, aveva detto che l’embargo “viola il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al benessere di tutte le cubane e cubani”.