Papa Francesco analizza l'attualità dove si intrecciano guerre, epidemie, cambiamenti climatici, rischi derivanti dalle nuove tecnologie ancora inesplorate e constata la “progressiva irrilevanza degli organismi internazionali”.
La Sala Stampa Vaticana fa sapere che dopo due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati lunedì, 3 marzo, da importante accumulo di muco, “Papa Francesco ha dormito tutta la notte, ora prosegue il riposo”.
La grave malattia del Santo Padre, che tiene in ansia il mondo dei fedeli e di tutte le persone di buona volontà, non impedisce a Francesco di pensare alla pace e al futuro di un mondo di “policrisi” nel quale bisogna “promuovere il multilateralismo”.
Nel suo messaggio all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, del titolo “La fine del mondo? Crisi, responsabilità, speranze”, firmato al Policlinico Agostino Gemelli, il Pontefice “ha scattato una ideale fotografia” della condizione della comunità globale. Dal decimo piano dell’ospedale romano, dove Francesco, 88 anni, è ricoverato dal 14 febbraio scorso e da dove firma il messaggio diffuso il 3 marzo, il Papa osserva le “resistenze profonde al cambiamento, sia come persone sia come società”.
“Per progredire e non rimanere immobili, ancorati alle nostre certezze, alle nostre abitudini e alle nostre paure – ha sottolineato il Papa -, diventa essenziale porgere l’orecchio alla voce della scienza”. Secondo Francesco, la scienza, lungi dall’essere un sapere arido, offre una visione “dinamica” della natura intesa come una “creazione continua” che va interpretata non con una mentalità tecnocratica: “Il nostro modo di intendere la ‘creazione continua’ va rielaborato, sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci”.
Un approccio trans-disciplinare che il filosofo e gesuita, Pierre Teilhard de Chardin, riassumeva con questa riflessione: “Mi chiedo se non sia necessario che qualcuno lanci il sasso nello stagno – finisca anzi per farsi ‘ammazzare’ per aprire il cammino”. Una riflessione che mette “al centro la categoria di relazione e l’interdipendenza tra tutte le cose, ponendo homo sapiens in stretta connessione con l’intero sistema dei viventi”. Una via, un cammino appunto, che non può prescindere dalla speranza, intesa non come “rassegnazione” ma come slancio verso “la vita vera, che porta ben oltre lo stretto perimetro individuale”.
In questo ampio contesto il Papa invita a promuovere “multilateralismo per il bene comune”. Anche per questa “dimensione comunitaria della speranza, davanti a una crisi complessa e planetaria – sottolinea Papa Francesco -, siamo sollecitati a valorizzare gli strumenti che abbiano una portata globale”. Questo a fronte anche di “una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali”. Mentre molti Paesi, dagli Stati Uniti, alla Russia, alla Cina auspicano “una riforma di fondo delle Nazioni Unite”, il pensiero di Francesco sostiene che bisogna impegnarsi “con determinazione” per “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali”.
In tal modo si promuove un multilateralismo che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile: “Si tratta – conclude il Papa – di un compito urgente che riguarda l’umanità intera”.
Il testo integrale del messaggio di Papa Francesco
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