La procedura di voto al Comitato della difesa commerciale si è conclusa con un nulla di fatto. Ora tocca alla Commissione europea di Ursula von der Leyen, che ha il potere esclusivo di definire la politica commerciale del blocco, prendere la decisione drastica e introdurre i dazi, bollati da Pechino come “proibitivi”
I Paesi dell’Unione europea non sono riusciti a trovare venerdì, 4 ottobre, un accordo sull’opportunità di imporre tariffe più severe ai veicoli elettrici (EV) prodotti in Cina. La votazione si è conclusa con un numero eccessivo di astensioni, costringendo la Commissione europea a superare l’impasse e a portare avanti la sua proposta.
I risultati della votazione in seno al Comitato della difesa commerciale del Consiglio europeo non sono stati resi pubblici. Secondo alcune indiscrezioni che trapelano da Bruxelles la Francia, l’Italia e i Paesi Bassi si sono mossi a favore, mentre l’Ungheria era fermamente contraria.
La Germania ha votato contro l’imposizione di dazi sui veicoli elettrici importati dalla Cina. In una precedente votazione a Bruxelles la Germania si era astenuta a causa dei disaccordi all’interno dei partiti della coalizione di Governo.
Quasi due terzi degli automobilisti tedeschi (il 59% per l’esattezza) stanno pensando di “acquistare un veicolo elettrico prodotto in Cina”. Il dato emerge da un sondaggio d’opinione pubblica, che è stato realizzato in vista delle votazioni a Bruxelles, dall’Automobile Club tedesco (ADAC). Secondo l’indagine, c’è poco scetticismo nei confronti dei marchi cinesi, soprattutto tra gli automobilisti più giovani. Il 74% degli intervistati dell’età compresa tra i 30 e i 39 anni e il 72% dei giovani tra i 18 e i 29 anni potrebbero immaginare di acquistare un’auto da un produttore cinese. Per gli over 70, invece, la percentuale è solo del 31 per cento. Secondo il sondaggio, l’80% degli intervistati sta pensando di acquistare un’auto cinese se si tratta di un veicolo completamente elettrico. L’83% ha indicato come punto di forza il prezzo, seguito dalla tecnologia innovativa (55%) e dal design accattivante (37%).
Secondo i media europei “l’elevato numero di astensioni riflette le remore di lunga data sul modo in cui l’Europa dovrebbe affrontare la Cina. Sebbene il consenso politico sostenga che le pratiche commerciali sleali di Pechino meritino una risposta forte e unitaria, i timori di ritorsioni commerciali sembrano aver smorzato la determinazione di molte capitali all’avvicinarsi della data decisiva”.
Sarà dunque la Commissione europea, che ha il potere esclusivo di definire la politica commerciale del blocco, a prendere la decisione drastica sui dazi all’importazione di auto elettriche “made in China”. La palla passa di nuovo al massimo organo esecutivo della UE, che potrà così approvare le disposizioni, aspramente criticate da Pechino.