Il 10 dicembre sono compiuti i 75 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata nel 1948. Il delicato tema della tutela dei diritti umani è stato sollevato domenica da Papa Francesco all’Angelus, in piazza San Pietro: “Essa – ha detto in proposito il Pontefice – è come una via maestra, sulla quale molti passi avanti sono stati fatti, ma tanti ancora ne mancano, e a volte purtroppo si torna indietro. L’impegno per i diritti umani non è mai finito! Sono vicino – ha aggiunto Francesco – a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta”.
Attualmente la Santa Sede deve far fronte tra l’altro a una grave emorragia di fedeli, che si registra dopo le rivelazioni sugli abusi nella Chiesa cattolica romana in Svizzera. Come ha fatto notare la radio della Svizzera di lingua italiana RSI “l’ondata di abbandoni è stata particolarmente elevata nella diocesi di Basilea che, estendendosi fino a Lucerna e Berna, comprende le parrocchie di diversi cantoni svizzeri”.
Infine, lunedì, dopo il vertice annuale sino-europeo, Pechino ha denunciato la posizione di Bruxelles – “piena di arroganza e pregiudizi” – sulla situazione dei diritti umani in Cina. Il ministero degli Esteri cinese ha presentato “rimostranze solenni” contro la nota, rilasciata dalla delegazione della UE durante i colloqui a Pechino sulla situazione dei diritti umani nel Paese. Sempre in occasione dei 75 anni della Dichiarazione universale sul tema delicato, Pechino ha risposto alla nota della UE “contenente apprezzamenti, ma anche piena di critiche”. La Cina, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha esortato “vivamente l’Unione europea a considerare razionalmente lo sviluppo e il progresso della causa cinese dei diritti umani, ad abbandonare l’arroganza, i pregiudizi e anche ad abbandonare l’ipocrisia dei doppi standard”.