Cinque liste e coalizioni, affiancate dai tre partiti che rappresentano le minoranze etniche della Serbia hanno superato il censimento nelle elezioni parlamentari straordinarie, che si sono svolte in questo Paese balcanico domenica 17 dicembre. Come ha annunciato Vladimir Dimitrijevic, presidente della Commissione centrale elettorale (RIK) della Serbia, la lista elettorale a cui fa capo il Partito progressista serbo (SNS) del presidente Aleksandar Vucic ha ottenuto il 47,4% dei consensi degli elettori. Al secondo posto si trova il blocco dell’opposizione “Serbia contro la violenza” che ha conquistato il 23,14% dei voti favorevoli.
Seguono con il 6,63% la lista elettorale a guida del Partito socialista serbo (SPS) con a capo il ministro degli Esteri, Ivica Dacic, la lista “Milos Jovanovic, Nada per la Serbia” (4,98%)e infine la lista “Noi. La voce del popolo – Branimir Nestorovic” con il 4,66% dei “sì” degli elettori serbi. Hanno superato il censimento anche tre partiti di minoranza, l’Unione degli ungheresi della Vojvodina e due partiti bosniaci.
Il Partito socialista serbo di Ivica Dacic persegue una politica parallela all’SNS di Vucic e le due formazioni politiche sono riuscite a superare la quota del 50% dei seggi al Parlamento di Belgrado, per proseguire nella nuova legislazione una “solida cooperazione politica”.
La coalizione dell’opposizione “Serbia contro la violenza” ha denunciato “numerosi brogli elettorali specie nei seggi della capitale Belgrado” e ha chiamato i propri sostenitori a scendere in piazza per partecipare a una manifestazione di protesta lunedì sera. Il presidente della Commissione elettorale Dimitrijevic ha detto in merito che “è diritto di ogni partito politico esprimere in un certo modo il proprio malcontento”. Il presidente della RIK ha anche ricordato che il termine per presentare obiezioni “è di 72 ore dalla chiusura dei seggi elettorali”, e che, se in alcuni seggi elettorali si dovesse ripetere il voto, ciò avverrà “entro dieci giorni”.