Elezioni in Uzbekistan, trionfa Mirziyoyev

Non ci sono state sorprese né colpi di scena alle elezioni presidenziali anticipate che si sono tenute ieri in Uzbekistan, una delle cinque repubbliche ex sovietiche dell’Asia Centrale. Come previsto, il presidente uscente, Shavkat Mirziyoyev, ha trionfato di nuovo, conquistando la schiacciante vittoria già al primo turno con oltre l’87% dei voti a proprio favore. I suoi tre “rivali” hanno raccolto dal 3,74% al 4,43% dei consensi degli elettori.
L’Uzbekistan, l’ex “reame del cotone” dell’Urss, con i suoi 35 milioni di abitanti è lo Stato più popoloso dell’Asia Centrale. Il Paese non dispone di sbocchi sul mare ed è costretto a usare alcuni porti della Russia e dell’Iran per il proprio commercio con l’estero.
Secondo la Commissione centrale uzbeka per le elezioni l’affluenza alle urne è stata “eccezionale”: dei 20 milioni di cittadini aventi diritto al voto si sono recati nei 10.784 seggi il 79,8%, ovvero oltre 15,6 milioni di elettori.
Eletto nel 2016 con l’88,61% dei voti e poi confermato con l’80,12% nel 2021 in scrutini criticati da osservatori internazionali per la mancanza di competizione, il leader uzbeko si è trovato ancora una volta di fronte a candidati poco conosciuti dal grande pubblico.
Il 30 aprile scorso, al Referendum popolare sugli emendamenti alla Costituzione uzbeka, Mirziyoyev – 65 anni – ha chiesto e ha ottenuto l’estensione da cinque a sette anni del mandato presidenziale, che gli consentirà teoricamente di rimanere in carica per altri due mandati, ossia dal 2023 al 2030 e dal 2030 al 2037.
“La vittoria del presidente in carica è stata data per scontata”, ha detto all’agenzia di stampa francese Afp l’esperto di politica interna dell’Uzbekistan , Farkhod Talipov, secondo il quale “tutti gli altri candidati erano completamente sconosciuti”.
Lo slogan elettorale di Mirziyoyev è stato “Nuovo Uzbekistan”. Da quando ha preso il potere sette anni fa, Mirziyoyev ha lanciato alcune riforme politiche ed economiche che hanno aperto il suo Paese al mondo dopo il quarto di secolo d’isolamento sotto il leader autocratico di stampo sovietico, Islam Karimov, di cui l’attuale presidente uzbeko è stato primo ministro per 13 anni.
Gli osservatori internazionali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) hanno tenuto lunedì a Tashkent una conferenza stampa nel corso della quale hanno presentato un rapporto sui processi elettorali, denunciando alcune minori violazioni del voto.