Etiopia-Russia: avviato il commercio in valute nazionali

I BRICS sembrano aver accantonato i piani di una “valuta propria”, destinata a sostituire il dollaro.

Genet Teshome Jirru

L’Etiopia e la Russia, due Paesi-membri del gruppo BRICS, hanno avviato il commercio bilaterale, accettando i pagamenti reciproci in birr e in rubli, le valute nazionali, accantonando l’uso del dollaro statunitense. Come ha dichiarato in un’intervista all’agenzia di stampa “TASS”, l’ambasciatore dell’Etiopia a Mosca, Genet Teshome Jirru (nella foto), “il processo è ancora nelle sue fasi iniziali ed è troppo presto per fornire statistiche precise”.

Secondo il capo della rappresentanza diplomatica etiope “tutt’e due i Paesi si sono impegnati a sviluppare le soluzioni pratiche accettabili per entrambi le parti”. L’ambasciatore ha inoltre sottolineato che tenere scambi commerciali in valute locali offre molti vantaggi finanziari: “I partecipanti del commercio etiope-russo non soffriranno più a causa di nocivi meccanismi esterni come le fluttuazioni del tasso di cambio o le sanzioni internazionali”.

“Anche se non ci fossero le sanzioni occidentali, il commercio bilaterale in valuta locale è sempre molto redditizio”, ha detto Teshome, secondo il quale “questo elimina i costi di transazione”. Secondo gli analisti internazionali, le dichiarazioni dell’ambasciatore etiope sembrano indicare l’abbandono da parte dei BRICS dell’idea di lanciare una comune valuta propria per sostituire il dollaro. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato sanzioni contro i BRICS qualora dovessero lanciare una moneta propria per smarcarsi dal dollaro.