Il ministro dell’Economia romeno Stefan Radu Oprea: “Sul piano dei ritmi della crescita economica la Romania ha superato la Grecia, l’Ungheria e si sta avvicinando alla Polonia”.
Sono iniziati lunedì 29 gennaio a Bucarest, la capitale della Romania, i lavori di una missione del Fondo monetario internazionale (FMI), che dovrà analizzare la situazione attuale e le prospettive di sviluppo economico e finanziario del Paese. La missione, guidata da Jan Kees Martijn, durerà sino al primo febbraio e ha in programma numerosi incontri con i vertici del Governo romeno, con gli esperti economici e con i rappresentanti del mondo del business della Romania. Secondo le stime della precedente missione dell’FMI (autunno del 2023) la Romania dovrebbe prepararsi a far fronte nel 2024 a un deficit di bilancio pari al 5% del PIL, mentre la crescita economica non dovrebbe superare il 2,3 per cento.
Attualmente la Romania non ha un accordo corrente con il Fondo monetario, ma i rappresentanti dell’FMI si recano periodicamente in missioni per monitorare la situazione economica e finanziaria di questo Paese dell’ex blocco socialista. Alla vigilia dell’arrivo della missione dell’FMI a Bucarest, il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu, si è dichiarato “ottimista” per quanto riguarda le valutazioni e le conclusioni a cui gli esperti internazionali arriveranno dopo la visita. Secondo il premier Ciolacu il Paese “ha ancora difficoltà” a raggiungere una tappa fondamentale del Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in quanto la Commissione europea ritiene che la Romania “abbia un livello di tassazione troppo basso per le piccole e medie imprese”.
All’inizio di gennaio in Romania, così come in Germania, Francia e Polonia gli agricoltori sono scesi in piazza per protestare contro i ritardi nei pagamenti dei sussidi, dei bassi prezzi del grano e della concorrenza sleale. Dopo una serie di proteste spontanee il 10 gennaio gli agricoltori di diverse contee della Romania sono scesi in strada con i trattori e alcuni hanno espresso l’intenzione di raggiungere Bucarest con le pesanti macchine agricole.
Dopo l’ingresso nell’Unione europea nel 2007 la Romania ha ottenuto fondi europei per 89,4 miliardi di euro. Come ha dichiarato il ministro dell’Economia romeno, Stefan Radu Oprea, “la differenza tra importi ricevuti e contributi romeni al bilancio della UE ha superato i 60 miliardi di euro”. Il ministro ha sottolineato che “l’economia della Romania e il tenore di vita della popolazione sono decisamente migliorati dal momento dell’adesione grazie alla possibilità di accedere ai fondi europei e ai vantaggi del mercato comune”. Nei 17 anni passati, il PIL nominale della Romania è aumentato da 81,3 miliardi di euro a oltre 282 miliardi. Nel periodo 2007-2023 la Romania ha registrato una crescita economica media di oltre il 3% all’anno, al secondo posto dopo la Polonia (3,83%) e addirittura superiore alla media della UE pari all’1,2 per cento. Nel periodo indicato il salario minimo lordo mensile è cresciuto da 78 euro (01.01.2007) a 663 euro al 1° di gennaio del 2024. “Sul piano dei ritmi della crescita economica la Romania ha superato la Grecia, l’Ungheria e si sta avvicinando alla Polonia”, ha sottolineato Oprea.