La stangata interesserà circa 300 maggiori società e lo 0,3% delle famiglie francesi.
La Francia è sotto shock dopo l’annunciato aumento del fardello fiscale, che in teoria dovrebbe essere “selettivo” ed interessare soltanto le società ed individui “straricchi”. Come ha dichiarato il primo ministro francese, Michel Barnier (nella foto), saranno circa 300 le aziende interessate dall’aumento delle tasse che durerà “un anno o due” mentre si tratterà di tasse nuove “mirate, eccezionali, temporanee sulle più grosse società che fanno un miliardo di ricavi o di più”.
L’opinione pubblica francese ci crede poco o niente, perché “non c’è nulla di più permanente di ciò che nasce temporaneo”.
In questi giorni le promesse da parte del nuovo esecutivo francese di certo non mancano. Il ministro del Bilancio e dei Conti pubblici, Laurent Saint-Martin, ha detto tra l’altro che l’aumento delle tasse, recentemente annunciato dal premier Barnier, “riguarderà lo 0,3% delle famiglie francesi”. Saint-Martin, ha citato come esempio una “famiglia senza bambini che ha come reddito una somma pari a circa 500.000 euro l’anno”. Secondo il ministro “si può chiedere legittimamente ai contribuenti più fortunati di questo Paese di partecipare in via eccezionale e temporanea a questo sforzo di risanamento”.
Da parte sua il presidente francese, Emanuel Macron, ha lanciato un monito affinché la “tassazione eccezionale sulle società” sia temporanea e limitata. “La soluzione non deve essere un aggiustamento di breve termine tagliando le spese sociali” e nemmeno una ulteriore tassa fissa perché “non abbiamo grandi manovre fiscali”, ha dichiarato il capo dello Stato francese.
Stando ai risultati di un recente sondaggio d’opinione condotto per il quotidiano “Le Figaro” dal centro demoscopico Verian-Epoka il tasso di fiducia dei francesi nei confronti del presidente Macron ha perso ancora tre punti in un mese e scende al 22%, toccando il livello più basso dalla sua rielezione nell’aprile del 2022. Si ricorda però che Macron aveva registrato il suo indice più basso del 21% dei consensi durante la crisi dei gilet gialli nel 2018. Secondo lo stesso sondaggio, il premier Barnier, recentemente nominato, è invece al 32 per cento.
L’ex ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha definito “inaccettabile” la manovra finanziaria annunciata da Barnier, che prevede una patrimoniale sulle fortune più importanti del Paese. “Non voterò un aumento delle imposte”, ha detto Darmanin all’emittente radio “France Info”, secondo il quale con un simile progetto si torna “all’era socialista” dell’ex presidente Francois Hollande.