Gaza, crisi economica e sociale oltre che umanitaria, i numeri del mercato del lavoro

La distruzione di Gaza causata dalla lunga reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre, oltre ad aver causato una crisi umanitaria di enormi proporzioni ha completamente distrutto l’economia nella striscia di terra stretta tra Israele, il Mar Mediterraneo e l’Egitto.

Secondo il rapporto di novembre dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), un’agenzia delle Nazioni unite, dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza si è perso almeno il 61% dell’occupazione, pari a 182.000 posti di lavoro. Ricadute ci sarebbero anche in Cisgiordania, dove dove si sarebbero persi 208.000 posti di lavoro, il 24% dell’occupazione. La perdita di 390.000 posti di lavoro complessivi nelle due aree si traduce in una perdita di reddito da lavoro giornaliero di 16 milioni di dollari.

D’altra parte già prima del conflitto la situazione nella Striscia era caratterizzata da elevati tassi di povertà e di vulnerabilità: già allora il tasso di disoccupazione era al 46,4%, uno dei peggiori al mondo.  Ora la situazione non può che essere tragicamente deteriorata con interi quartieri devastati, le infrastrutture danneggiate gravemente, le aziende che hanno chiuso e la popolazione che è sfollata in massa. 

“La nostra valutazione iniziale delle ripercussioni della tragica crisi attuale sul mercato del lavoro palestinese ha dato risultati estremamente preoccupanti, che non potranno che peggiorare se il conflitto continuerà – ha spiegato il direttore regionale dell’ILO per gli Stati arabi Ruba Jaradat – Le ostilità in corso non rappresentano solo un’enorme crisi umanitaria in termini di perdita di vite umane e di bisogni umani fondamentali, ma anche una crisi sociale ed economica che ha causato ingenti danni a posti di lavoro e imprese, con ripercussioni che si faranno sentire per molti anni a venire”.

L’ILO sta preparando un programma in tre fasi per rispondere alla crisi. La prima, già in corso, riguarda il sostegno con mezzi di sussistenza, la seconda prevede la raccolta dei dati e l’analisi dell’impatto per contribuire alla pianificazione, alla definizione delle priorità e alla messa a punto degli interventi. SI penserà poi alla fase finale finalizzata alla creazione di posti di lavoro attraverso “il recupero di infrastrutture ad alta intensità occupazionale e altri mezzi, nonché sulle misure di protezione sociale e sul recupero di posti di lavoro e imprese”, si legge nel rapporto.

“Stiamo lavorando instancabilmente con il governo, i partner dei lavoratori e dei datori di lavoro, le altre agenzie delle Nazioni Unite e gli attori umanitari per fornire assistenza immediata ai lavoratori e alle imprese colpite. Li sosterremo anche a lungo termine per raccogliere informazioni vitali sul mercato del lavoro e recuperare posti di lavoro e imprese, insieme a iniziative di protezione sociale, nella misura massima del nostro mandato”, ha spiegato il Direttore regionale Jaradat.