Dopo lunghe trattative a Gaza è in corso una tregua. E’ il primo stop ai conflitti in 48 giorni di attacchi che hanno devastato la Striscia.
Entrambe le parti hanno avvertito che la guerra è in ogni caso lontana dalla fine. Il cessate il fuoco dovrebbe durare quattro giorni e nel pomeriggio del 24 novembre è attesa la liberazione dei primi 13 ostaggi israeliani, dovrebbero essere donne e bambini. Quando saranno liberati i primi ostaggi da Hamas, dalle carceri israeline usciranno 39 detenuti, anche in questo caso si tratta di donne e minori che verranno trasferiti nella prigione di Ofer in Cisgiordania poco prima di mezzogiorno, prima di essere liberati in Cisgiordania o a Gerusalemme est.
Nel frattempo l’esercito Israeliano ha avvertito i profughi di non tornare al nord della Striscia nonostante le giornate di tregua. “La guerra non e’ ancora finita la pausa umanitaria e’ temporanea. La zona nord resta un’area di guerra. E’ molto pericolosa, non andate verso nord”, ha spiegato un portavoce dell’esercito israeliano. Il tragitto inverso ovvero verso sud resta possibile. Secondo quanto riporta l’ANSA alcuni funzionari palestinesi avrebbero invece invitato gli sfollati a tornare nelle loro case. Tra gli accordi c’è anche quello che la popolazione sfollata deve rimanere al sud.
Da fonti egiziane arriva la notizia che duecento camion con cibo, medicine e acqua sono pronti a entrare a Gaza dal valico di Rahah (confine tra la Striscia e l’Egitto), ci sono anche cisterne con carburante. Nonostante sia Hamas sia Israele abbiano lamentato qualche irregolarità la tregue al momento sembra reggere.
“È un piccolo passo, ma da qualche parte dovevamo partire. La speranza è che porti a una de-escalation vera e poi a una discussione su una pace duratura”, ha spiegato uno dei negoziatori del Qatar a La Repubblica. La tregua arriva dopo oltre 40 giorni di trattative sovraintese proprio dal Paese del Golfo.