Gaza: la risoluzione dell’ONU e l’attivismo internazionale

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco, il rispetto del diritto internazionale da tutte le parti coinvolte nel conflitto armato, l’accesso umanitario agli ostaggi nelle mani di Hamas, nonché il loro rilascio “immediato e incondizionato”.

A favore della risoluzione hanno votato 153 Paesi, mentre 10 Paesi, tra cui gli Stati Uniti e Israele hanno votato contro il documento, 23 Paesi si sono astenuti. Gli USA hanno dichiarato di essere “contrari a un cessate il fuoco sino alla completa sconfitta militare dell’organizzazione islamista palestinese Hamas”. A differenza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU, il voto dell’Assemblea Generale non è vincolante. La scorsa settimana al Consiglio di sicurezza gli Stati Uniti hanno usato il diritto di veto per bloccare una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza.

Israele ha ribadito che non interromperà la sua campagna militare fino a quando non avrà distrutto Hamas, in risposta all’attacco del 7 ottobre contro Israele che ha causato la morte di 1.200 persone, mentre 240 sono state prese in ostaggio da Hamas.

E dopo la conversazione telefonica di 50 minuti tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, nel corso della quale il leader del Cremlino ha “confermato la posizione di principio della Russia di rifiuto e condanna del terrorismo in tutte le sue manifestazioni” si stanno intensificando i contatti tra Mosca e Tel Aviv.

Mercoledì, 13 dicembre, il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia, Nikolaj Patrushev, e il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, hanno discusso al telefono del conflitto israelo-palestinese. Come hanno riferito le fonti del Cremlino “l’attenzione principale è stata rivolta all’attuale situazione nella zona di conflitto israelo-palestinese con un’enfasi sul deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”.

Il tema della guerra tra Israele e Hamas si è trovato al centro dell’intervento che il ministro degli Esteri della Russia, Serghej Lavrov, ha pronunciato di fronte ai deputati della Duma di Stato, la Camera bassa del Parlamento russo. “La Russia non sosterrà mai alcun accordo che violerà la sicurezza di Israele. Ma siamo anche convinti che questa sicurezza può essere garantita solo in conformità con le decisioni delle Nazioni Unite, che esige che accanto a questo Stato deve essere creato e sviluppato, anche in sicurezza, in buon vicinato l’uno con l’altro e con tutti i Paesi adiacenti, lo Stato di Palestina indipendente e autonomo”, ha detto il capo della diplomazia russa, secondo cui la Russia esorta la comunità internazionale a convocare una conferenza per porre fine una volta per tutte al conflitto israelo-palestinese. “L’unico modo per risolvere definitivamente questo problema è tenere una conferenza internazionale alla quale devono partecipare tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite””, ha detto Lavrov, sottolineando che “al vertice dovranno partecipare anche i rappresentanti della Lega Araba, dell’Organizzazione della cooperazione islamica e del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico”.