Israele e Hamas non hanno annunciato una proroga della tregua in scandenza la mattina del 1 dicembre. In mattinata l’esercito israeliano ha annunciato la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza spiegando che “Hamas ha violato la pausa operativa e ha sparato verso il territorio israeliano”. Lo stesso esercito (IDF) ha annunciato di aver ripreso i raid e aerei e ha spiegato che Hamas ha lanciato missili da Gaza verso Israele. Hamas ha invece spiegato che “l0occupazione (quindi Israele, ndr) è responsabile della ripresa del conflitto dell’aggressione contro Gaza. Per tutta la notte si sono svolte trattative per prolungare la tregua e Hamas aveva offerto di scambiare altri prigionieri ma l’occupazione ha rifiutato tutte le offerte”.
Il primo ministro Netanyhau nel ribadire gli obiettivi: liberare i nostri ostaggi, eliminare Hamas e assicurare che Gaza non possa mai più minacciare il popolo di Israele, ha anche spiegato che Hamas non avrebbe rispettato i patti non liberando tutte le donne ostaggio. A Gaza sono riprese le evacuazioni mirate: è stata fornita una carta dettagliata con le zone che saranno colpite: “Obbedire agli ordini di evacuazione e’ il modo migliore per proteggere la vostra sicurezza”, ha spiegato in arabo Avichay Adraee, un portavoce dell’esercito di Gerusalemmie.
Il conflitto scivola così verso il 56 esimo giorno di guerra. L’attacco di Hamas del sette ottobre aveva provocato 1200 morti, la lunga ed estenuante rappresaglia israeliana ha portato invece alla morte, secondo i dati di Hamas, più di 14.800 palestinesi, 5.600 di questi bambini. Nei sette giorni del cessate il fuoco sono stati liberati 83 ostaggi israeliani, 23 lavoratori thailandesi e un filippino, sarebbero ancora 125 i prigionieri di Hamas. Isreale ha invece liberato Nel 240 prigionieri palestinesi.
Nel frattempo, secondo le notizie che arrivano dal Qatar, continuano comunque i colloqui per la tregua con mediatori di Doha e egiziani. Il Qatar ha espresso “profondo rammarico per la ripresa dell’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza”, spiegando che i raid in corso “complicano gli sforzi di mediazione ed esacerbano la catastrofe umanitaria”.
Rammarico per la fine della tregua è stato espresso dai leader internazionali. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che “data la portata della catastrofe umanitaria” la Russia vorrebbe la tregua continuasse. Il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato è indispensabile un nuovo cessate il fuoco: “La rottura della tregua è una cattivissima notizia, deplorevole, perché non fornisce alcuna soluzione e complica la risoluzione di tutte le questioni che si pongono”. Il premier italiano, Giorgia Meloni, in un incontro con il presidente Turco Erdogan a margine della COP 28 ha spiegato che “La Turchia ha un ruolo nell’evitare l’allargamento del conflitto”, Erdogan ha risposto che “è essenziale prendere misure efficaci per fermare Israele in modo tale da porre fine alle uccisioni”.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha rilasciato un commento in cui spiega che la situazione a Gaza “è oltre il punto di crisi, la situazione è catastrofica. I commenti di leader politici e militari israeliani che indicano che stanno progettando di estendere e intensificare l’offensiva militare sono molto preoccupanti”. Türk ha anche esortato tutti gli Stati che esercitano influenza sulle parti in causa di “raddoppiare immediatamente gli sforzi”.