L’Italia: “Nucleare è cruciale per sicurezza energetica e decarbonizzazione”
Per salvare l’industria tedesca, in profonda crisi dopo la decisione politica di rinunciare al gas naturale russo, aggravata dalla chiusura – contrariamente al buon senso – delle centrali nucleari, il Governo del cancelliere, Olaf Scholz, deve lavorare veramente di fantasia per rastrellare in giro per il mondo – entrando in stressante concorrenza con la Cina – del gas naturale liquefatto e delle atre fonti di energia. La produzione industriale tedesca è diminuita in termini reali dell’1,6% in dicembre del 2023 (mese su mese) mentre è calata addirittura del 3% rispetto al corrispondente periodo del 2022.
Dopo interi decenni di cooperazione proficua con la russa Gazprom, ora la Germania guarda verso l’Africa: mercoledì 7 febbraio una delegazione tedesca, guidata dal ministro dell’Economia, Robert Habeck, è arrivata in Algeria per discutere della cooperazione con questo Paese nordafricano nella produzione delle energie nuove. In primo luogo i tedeschi vorrebbero dare uno spintone al lavoro congiunto nella produzione di idrogeno “verde”: un memorandum d’intesa era stato stipulato ancora nel dicembre del 2022, ma da allora è stato fatto poco o niente. Il progetto megagalattico, apparentemente in stallo, prevedeva l’avvio della produzione in Algeria di idrogeno “verde” tramite un processo di elettrolisi dell’acqua, alimentato da fonti rinnovabili di energia, sfruttando il notevole potenziale del Paese nell’energia solare ed eolica.
Molti esperti criticano i progetti legati all’idrogeno “verde” che consuma delle quantità enormi di acqua, una ricchezza naturale che scarseggia in tutto il mondo, mentre in Africa la situazione è davvero drammatica. L’alternativa sarebbe l’idrogeno “blu” ricavato dal gas naturale, ma le politiche di abbandono di combustibili fossili non permettono di riconoscere apertamente i vantaggi di questa tecnologia innovativa.
La seconda tappa del progetto tedesco prevede la costruzione di una “condotta”, o meglio dire di un “idrogenodotto” subacqueo nel Mediterraneo tra l’Africa e l’Europa. La Germania ha già promesso all’Algeria la prestigiosa posizione, in un futuro non meglio specificato, di uno dei “più importanti fornitori di idrogeno ‘verde’ ai Paesi del Vecchio Continente”. In parallelo i tedeschi hanno anche deciso di “affidare” all’Italia il ruolo di “snodo” per la distribuzione del combustibile ecologico agli altri Paesi del Vecchio Continente, che richiederebbe investimenti stratosferici nella costruzione di una rete ad hoc per il trasporto di H2 .
Tra gli esperti c’è molto scetticismo. Un vecchio detto della saggezza popolare recitava così: “Non sputare nel piatto in cui mangi”. E l’Italia, perfettamente in sintonia con buon senso e contrariamente alle strane politiche energetiche tedesche, ha annunciato ad alta voce che “per garantire la sicurezza del sistema energetico italiano e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è necessario andare avanti sulla strada del nucleare”. Come ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso della recente visita al Centro di ricerche dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) il grande sforzo della ricerca e dello sviluppo tecnologico nel campo dell’energia nucleare rappresenta “una sfida cruciale, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione, sia dal punto di vista qualitativo, perché è a emissioni zero, che quantitativo, perché consente di dare continuità su scala globale, ovviando al limite intrinseco delle rinnovabili che invece sono discontinue, ma anche sotto l’aspetto della sicurezza, su cui ENEA è in prima linea”.