Germania: nel 2025 nessun aumento del PIL

Eurostat: a gennaio del 2025 la produzione industriale in aumento nell'eurozona dello 0,8%

Sono ancora a tinte fosche le prospettive economiche della Germania. Stando alle previsioni dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel (Institut Für Weltwirtschaft, IfW), uno dei più autorevoli centri di ricerca economica dell’Europa e del mondo, nel 2025 il Prodotto interno lordo della Germania non registrerà alcuna crescita: “Nel complesso, si profila uno sviluppo nullo per l’anno in corso. Il motivo è dovuto ai problemi strutturali del Paese, come la carenza di manodopera e la persistente debolezza in vari settori. A ciò si aggiungono i dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Gli esperti dell’IfW presuppongono che Trump imporrà dazi sulle importazioni tedesche, il che indebolisce ulteriormente le previsioni”, si legge nel documento.

Tuttavia, l’Istituto di Kiel prevede una crescita significativa nel 2026 con il PIL tedesco che potrebbe registrare nella migliore delle ipotesi un aumento dell’1,5 per cento. Al tempo stesso gli analisti dell’IfW hanno stimato che il “livello del debito tedesco salirà al 63,3% del PIL nel 2025 e al 65,5% entro la fine del 2026.

Intanto l’ufficio statistico dell’Unione europea, Eurostat ha annunciato che nel mese di gennaio del 2025, rispetto a dicembre 2024, la “produzione industriale destagionalizzata è aumentata dello 0,8% nella zona euro e dello 0,3% in tutta la UE”. In precedenza, ovvero nel dicembre del 2024, la produzione industriale è diminuita dello 0,4% nell’eurozona e anche dello 0,2 per cento nell’Unione europea.

Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili i dati di Eurostat, gli aumenti mensili più elevati sono stati registrati in Lituania (+4,6%), in Portogallo (+3,7%) e in Austria (+3,3%). Le maggiori contrazioni della produzione industriale sono state registrate a Malta (-12,9%), in Danimarca (-10,6%) e in Slovacchia (-7,3%). Su base annuale, i maggiori cali della produzione industriale sono stati registrati in Slovacchia (-5,1%), colpita dal blocco ucraino delle esportazioni di gas russo, in Danimarca (-4,4%) e in Ungheria (-4%), mentre gli aumenti maggiori sono stati osservati in Irlanda (+10,4%), in Lituania (+9,8%) e in Croazia (+7,6 per cento).

Per scaricare il testo completo del rapporto dell’IfW (PDF in tedesco) dal sito di Pluralia, ecco il link