Giappone. Il Governo si schiera in difesa dello yen

Il Fondo monetario internazionale “sta monitorando” la volatilità della moneta giapponese. Il commercio estero del Giappone è aumentato in settembre del 4,3 per cento

Il Governo giapponese di Fumio Kishida è pronto ad intervenire nelle operazioni sul mercato valutario se rilevasse un’oscillazione eccessiva dei tassi di cambio. L’avvertimento, lanciato da Masato Kanda, vice ministro giapponese delle Finanze con la delega agli affari internazionali, è arrivato mentre alla borsa di Tokio nelle negoziazioni di fine giovedì (19 ottobre, per chi legge), la moneta nipponica veniva scambiata a circa 150 yen per un dollaro. Secondo i media giapponesi la “caduta libera della valuta del Paese del Sol levante potrebbe proseguire fino al nuovo minimo storico degli ultimi 33 anni, pari a 151 yen/dollaro”.

“Rimaniamo fermi sulla nostra politica: i tassi di cambio dovrebbero muoversi in modo stabile e in linea con i fondamentali economici”, ha dichiarato Kanda, secondo cui “un’eccessiva volatilità dei tassi di cambio può causare danni all’economia reale. È riconosciuto a livello globale che i Paesi possono intraprendere azioni adeguate in una situazione del genere”.

Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha dichiarato di “aver notato la recente volatilità della valuta nipponica” e ha detto che stava monitorando costantemente la situazione. “Lo yen è stato molto volatile nelle ultime settimane, a causa dell’inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti e in altri Paesi. Stiamo monitorando attentamente la situazione”, ha dichiarato Ranil Salgado, capo della missione del Fondo per il Giappone, in una dichiarazione scritta.

Allo stesso tempo uno yen debole ha favorito le esportazioni. Secondo gli ultimi dati, che sono stati pubblicati dal ministero delle Finanze di Tokio, nel settembre 2023 l’export giapponese è aumentato su base annua del 4,3% fino a quota da record pari a 9.198 miliardi di yen (61,4 miliardi di dollari). Le esportazioni di prodotti industriali sono aumentate del 2,9%, quelle dei mezzi di trasporto del 21,2%. Le vendite all’estero delle auto giapponesi  sono cresciute in settembre del 30,4 per cento.

Il commercio con l’estero giapponese è stato trascinato al rialzo dagli Stati Uniti che in settembre hanno aumentato del 13% le proprie importazioni dei prodotti e dei servizi “made in Japan”, dall’Unione europea (+12,9%), dall’Australia (+12%) e dall’India (+11,4%). Allo stesso tempo le esportazioni giapponesi verso la Cina sono scese del 6,2%, verso la Corea del Sud del 4,2% e verso la Russia del 64,1 per cento.