Grano ucraino: la Ue proroga le restrizioni

In calo il prezzo del grano duro in Italia

La Commissione europea ha deciso di prorogare ancora fino al 15 settembre del 2023 le restrizioni – adottate lo scorso aprile e in scadenza proprio il 6 giugno – per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall’Ucraina verso i territori doganali della Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e anche della Romania.
Come ha reso noto un portavoce della Commissione Ue “le misure limitano a soli motivi di transito l’ingresso dei carichi nei cinque Paesi dell’Est Europa”.
Lo scorso aprile, in seguito alle proteste dei produttori agricoli in alcuni Paesi est europei, dopo gli stop, decisi autonomamente dai Governi della Polonia e dell’Ungheria, anche la Slovacchia ha messo al bando l’import dei cereali “made in Ucraina”. Si è parlato di una “nuova crisi del grano ucraino”, mentre la Commissione ha programmato degli aiuti extra pari a 75 milioni di euro per i Paesi dell’Est Europa.
Secondo l’agenzia stampa “Ansa” i risultati di questo provvedimento non si sono fatti attendere: “per il prezzo del grano, dopo la crescita dettata dalla guerra in Ucraina è arrivata la flessione, che ha portato i listini sotto i livelli anteguerra”.
In Italia, secondo l’ultimo listino pubblicato dalla borsa merci di Perugia (30 maggio 2023), la quotazione del grano duro di migliore qualità è in media di 307,5 euro a tonnellata (frutto di un prezzo minimo indicato a 305 euro e di uno massimo di 310 euro), con una riduzione del 37,4% rispetto a un anno fa, a maggio 2022, quando quotava 491 euro. Il prezzo del grano duro in provincia di Perugia (e per estensione in Umbria), sempre riconosciuto all’agricoltore, ha risentito poco, a differenza del grano tenero, dallo scoppio della guerra in Ucraina, arrivando dopo l’invasione russa a un massimo di 491 euro (sempre valore medio a tonnellata) a maggio 2022, rispetto ai 470 che quotava a febbraio 2022, mese dell’inizio dell’attacco russo. In precedenza, a gennaio, il grano duro di migliore quotava in media 506 euro.