I Paesi “ostili” aumentano di nascosto le importazioni di energia e di generi alimentari dalla Russia

Oltre la metà del gas naturale liquefatto russo va dagli stabilimenti dell’Estremo Oriente direttamente al Giappone

Febbraio del 2009. Il primo ministro della Russia, Dmitrij Medvedev (secondo a sinistra) visita gli stabilimenti "Sakhalin'II" in compagnia del ministro dell'Economia dei Paesi Bassi, Maria van der Hoeven, del Duca di York, Sir Andrew e del primo ministro del Giappone, Taro Aso

Sempre più Paesi dell’Europa e dell’Asia, che ad alta voce si proclamano “amici dell’Ucraina e nemici giurati della Russia”, non ne possono fare a meno dei prodotti energetici né dei generi alimentari, che Mosca continua a esportare in giro per il mondo malgrado le sanzioni occidentali.

In prima linea di questi importatori “clandestini” si trova il Giappone la cui politica esageratamente filoamericana ha già portato ai seri problemi nell’economia, soprattutto dopo l’ordine, impartito da oltre l’oceano, di rinunciare alla partecipazione ai progetti strategici in Russia.

Come disse Vladimir Lenin nell’ormai lontano 1917 “questi sono i fatti e i fatti sono ostinati”: l’anno scorso oltre la metà del gas naturale liquefatto (GNL) prodotto nell’Estremo Oriente della Russia, presso gli stabilimenti del progetto “Sakhalin-II” è stata inviata in Giappone. Lo ha dichiarato Leonid Aleksandrov, direttore del marketing dell’operatore che gestisce l’impianto, “Sakhalin Energy”. Con i dati alla mano Aleksandrov ha dimostrato che “nel 2023 circa il 58% del GNL russo è stato fornito al Giappone, mentre soltanto il 26,3% è andato alla Cina e il 16,2% alla Corea del Sud”.

Inoltre il Giappone, insieme a molti altri Paesi – in Europa i maggiori clienti dei pescatori russi sono la Danimarca e la Polonia – aumenta di anno in anno le importazioni dalla Russia di pesce e di prodotti ittici. Nei primi otto mesi del 2024 le cooperative dei pescatori del territorio Primorskij Kraj hanno esportato verso i 19 Paesi del mondo oltre un milione di tonnellate di pesce esclusivamente selvaggio, non da allevamento. In Asia il Giappone si trova al terzo posto con 13.800 tonnellate di pesce e di frutti di mare importati dalla Russia nel periodo gennaio-agosto del 2024, preceduto dalla Cina (713.900 tonnellate) e la Corea del Sud (287.600 tonnellate).