Il Papa sul conflitto in Israele: “Basta! Ogni essere umano è sacro”

Mentre il conflitto in Israle ha superato il mese e si moltiplicano le vittime civili oltre agli attacchi alle strutture civili, Papa Francesco ha lanciato un ennesimo appello in seguito all’Angelus domenicale.

“Il pensiero ogni giorno va alla gravissima situazione in Israele e in Palestina – ha spiegato il Santo Padre – Sono vicino a tutti coloro che soffrono, palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta!”

Il pensiero non può che essere rivolto alla popolazione di Gaza, oltre che agli ostaggi ancora in mano ad Hamas, popolazione che è stremata dopo settimane di assedio prima e che è ora in fuga mentre l’esercito isrealiano avanza dentro la striscia.

“A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata – ha detto ancora Papa Francesco – Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza: preghiamo e lavoriamo senza stancarci perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori”.

Non sono mancate poi parole per la guerra civile che sta dilaniando il Sudan, anche qui il numero di vittime è elevatissimo (9.000 con sei milioni di sfollati secondo i calcoli dell’ONG ACLED). “Da diversi mesi il Sudan è in preda a una guerra civile che non accenna a spegnersi e che sta provocando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una gravissima situazione umanitaria. Sono vicino alle sofferenze di quelle care popolazioni del Sudan, e rivolgo un accorato appello ai Responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e, con il contributo della Comunità internazionale, lavorino alla ricerca di soluzioni pacifiche”.