Il presidente tunisino, Kais Saied, ha inoltre detto a Michel, che “gli accordi di Bretton Woods non sono il destino inevitabile per l’umanità”. Il leader tunisino ha sottolineato ancora una volta che il suo Paese “non accetterà né il diktat, né le condizioni poste dal Fondo monetario internazionale che, qualora dovessero essere realizzate minaccerebbero la pace sociale e la stabilità della Tunisia”.
La conversazione di Saied con Michel ha fatto seguito ai difficili colloqui sulle relazioni tra la Tunisia e l’Fmi, sul dossier migratorio e sulle relazioni con i Paesi della Ue che il presidente tunisino ha avuto l’11 giugno scorso con il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, affiancata dal premier olandese, Mark Rutte e il presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.
Per quanto riguarda l’immigrazione clandestina, un tema particolarmente doloroso per l’Unione europea, Saied ha auspicato “l’eliminazione una volta per tutte delle cause del fenomeno, e non delle conseguenze”, ricordando l’iniziativa della Tunisia di “convocare una conferenza internazionale, che riunirebbe tutti i Paesi interessati dell’Africa del Nord, della regione del Sahel e del Sahara, nonché del Mediterraneo settentrionale”.
Said ha proposto a Michel di avviare la cooperazione con la Tunisia nel comparto delle energie rinnovabili. Inoltre, lo stesso giorno, durante la visita della città di Gafsa, il capoluogo del governatorato omonimo (369 chilometri dalla capitale) Saied ha auspicato la cooperazione con l’Europa nel comparto della produzione dei fosfati, indispensabili per lo sviluppo economico del Paese.