India a metà delle maxi elezioni: affluenza in calo

Nel frattempo le polemiche tra Modi e Gandhi coinvolgono due dei più importanti industriali del Paese

Si è conclusa il 7 maggio la terza fase delle enormi elezioni in India che potreranno alle urne quasi un miliardo di persone. L’affluenza è in lieve calo rispetto alla tornata del 2019: nella terza tornata ha votato il 61,5% degli aventi diritto conto il 66% di cinque anni fa. Si è votato nel Gujarat, stato natale di Narendra Modi e in altre 10 regioni.

Il complesso e mastodontico processo elettorale prevede 7 fasi, la prossima è prevista per il 13 maggio, e si concluderà solo nel mese di giugno. Sono già stati definiti tuttavia più della metà dei 543 membri che andranno a formare la Lok Sabha, la camera bassa del parlamento bicamerale indiano.

I risultati finali saranno resi noti solo il 4 giugno, quando tutto il processo sarà terminato ma secondo i sondaggi Narendra Modi, che corre per il terzo mandato, è dato in vantaggio. Contro di lui e il suo Bharatiya Janata Party (BJP) si è schierata una coalizione formata da oltre 20 forze politiche.

Il 7 maggio ha votato anche Modi stesso nella circoscrizione di Gandhinagar, dove è candidato per il BJP il ministro dell’Interno del suo governo, Amit Shah. Modi nell’occasione ha invitato tutti i cittadini a partecipare  a quella che ha definito una “festa della democrazia”.

Nel frattempo è scoppiata una polemica riguardante il finanziamento delle elezioni, Modi e il suo rivale, Rahul Gandhi del Indian National Congress, si sono accusati a vicenda di aver preso denaro dagli industriali Mukesh Ambani e Gautam Adani.