Nell’ambito della politica di “diversificazione”, promossa dal premier, Narendra Modi, le raffinerie indiane hanno aumentato anche le importazioni di greggio dagli Stati Uniti.
Dopo un calo, provocato dall’inasprimento delle sanzioni statunitensi contro la Russia e durato per circa tre mesi, a marzo del 2025 sono tornate a crescere le importazioni di petrolio russo da parte dell’India. Come scrive il quotidiano economico e finanziario indiano “The Economic Times” questo mese l’export russo si è avvicinato ai livelli abituali mensili di 1,54 milioni di barili al giorno (mbd), “grazie alla consegna dei carichi da parte di navi non soggette a sanzioni e alla deviazione di alcune forniture dalla Turchia”.
La ripresa delle forniture russe al terzo maggiore importatore e consumatore mondiale di petrolio sta attenuando la stretta sull’offerta causata dalle severe sanzioni occidentali, imposte a Mosca dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, contribuendo a “raffreddare i prezzi del greggio degli esportatori mediorientali”. Le forniture di petrolio russo a India e Cina erano diminuite drasticamente all’inizio dell’anno a seguito delle severe sanzioni “bloccanti” statunitensi varate il 10 gennaio, che hanno preso di mira non soltanto le compagnie petrolifere russe, tra cui Surgutneftegaz, ma anche assicuratori, navi e intermediari.
A marzo, però, le importazioni indiane di petrolio greggio russo, principalmente petrolio del marchio Urals, sono tornate a 1,54 milioni di barili al giorno, dopo essere scese a 1,1-1,2 mbd nei tre mesi precedenti, secondo i dati della società di analisi Kpler (vedi il grafico sotto).
Come scrive un altro quotidiano indiano “The Times of India”, citando i dati dell’agenzia marittima internazionale “Vortexa” “parallelamente alla contrazione a febbraio delle importazioni dalla Russia di circa il 25% – da 1,4 mbd a 1,07 mbd – l’India ha quasi raddoppiato le proprie importazioni petrolifere dagli Stati Uniti, fino a 0,2 mbd”.
Le tariffe di trasporto per le petroliere dirette dai porti occidentali russi all’India hanno raggiunto un massimo di 12 mesi a 8 milioni di dollari per viaggio, aumentando l’offerta di navi ma riducendo i margini di guadagno per i venditori di petrolio russi, hanno riferito le fonti. Come scrive l’agenzia di stampa Reuters “la decisione del maggiore raffinatore turco Tupras di sospendere momentaneamente dal 18 di febbraio le importazioni di petrolio russo ha liberato più forniture per i mercati asiatici”. Di seguito le importazioni turche di petrolio russo sono scese dai circa 300.000 bpd, registrati prima delle sanzioni USA di gennaio, a 127.000 bpd a marzo. Gli sconti sul petrolio russo si sono ridotti a 2,60-2,80 dollari al barile rispetto al Brent datato per i carichi in partenza a marzo e in consegna ad aprile nei porti indiani, rispetto ai 2,50-3 dollari al barile del mese precedente, hanno riferito le fonti.
Il 13 marzo le quotazioni dei futures con la consegna ad aprile del greggio di riferimento texano WTI sono scese a quota 67,24 dollari al barile (-0,65%), mentre il greggio del Mare del Nord BRENT con la consegna a maggio ha lasciato sul terreno lo 0,75%, scendendo a quota 70,54 dollari al barile.