India e Russia: corsa verso Luna

Le sonde automatiche dell’India e della Russia dovranno atterrare sulla Luna tra il 21 e il 24 di agosto. Anche gli Usa hanno lo stesso obiettivo, ma non prima di due anni.

Nella notte dell’11 agosto, dal nuovo cosmodromo “Vostochny”, nell’Estremo Oriente della Russia, è stato lanciato il razzo vettore Soyuz-2.1b con a bordo la sonda automatica “Luna-25” il cui compito principale sarà quello di cercare l’acqua sul satellite della Terra. Il veicolo russo, risultato delle tecnologie spaziali più avanzate, sta testualmente inseguendo il “collega” indiano, la sonda Chandrayaan-3, la “Nave spaziale” in hindi, che era stata lanciata ancora il 14 luglio scorso.
In questi giorni, e fino al 20-24 di agosto, l’umanità può assistere a una vera e propria Formula 1 nello spazio. E questo perché la stazione Chandrayaan-3, che il 7 di agosto si è posizionata sull’orbita lunare, dovrebbe atterrare sulla Luna il 23-24 di agosto, mentre la missione russa, più leggera e quindi molto più veloce, dovrà raggiungere il satellite della Terra tra soli cinque giorni a cominciare da oggi, per poi posizionarsi sull’orbita alta 100 chilometri sopra la superficie lunare e infine compiere l’atterraggio il 21 di agosto. Le fonti russe e indiane hanno precisato che “si tratta di una pura coincidenza” e che tra Mosca e New Delhi “non c’è alcun tipo di rivalità nello spazio”.
Entrambe le missioni hanno come obiettivo primario la ricerca di enormi giacimenti di acqua congelata che potrebbero essere nascosti nella profondità del suolo lunare nelle zone intorno ai poli nord e sud del satellite. Qualora il ghiaccio in quantità abbondanti dovesse essere davvero trovato, questa scoperta rivoluzionaria aprirebbe la strada verso la costruzione delle basi abitate sulla Luna. Basta dire che adesso, per far trasportare un litro di acqua alla Stazione Spaziale Internazionale ISS, bisogna spendere 25mila dollari. Sulla Luna le ipotetiche risorse idriche potranno essere utilizzate per produrre ossigeno per cosmonauti e astronauti, nonché idrogeno, un combustibile universale e non inquinante.
Dal punto di vista della balistica spaziale, far atterrare una stazione vicino al polo sud della Luna è un impresa di ardua fattura. In passato tutte le missioni erano state inviate nelle zone vicino all’equatore lunare. La strategia russa prevede infatti di far atterrare la stazione Luna-25 vicino al cratere Boguslawsky, una depressione di circa 100 chilometri di diametro. “Il polo sud della Luna è costellato di crateri e può nascondere riserve di ghiaccio nelle zone dove la luce del Sole non arriva mai”, ha detto il direttore del programma lunare della Russia, Pavel Kazmerchuk.
Secondo le ipotesi scientifiche l’acqua sulla Luna sarebbe arrivata attraverso delle comete 4,5 miliardi di anni fa. “È un enorme mistero – hanno sottolineano i responsabili scientifici della missione russa – ma lo studio dei composti macromolecolari di origine cosmica conservati nei ghiacciai lunari potrà svelare il segreto dell’origine della vita sulla Terra e permetterà di confrontare le strutture molecolari biochimiche sulla Terra e nello spazio”.
La Russia ritorna dunque al suo programma lunare 43 anni dopo la sospensione, decisa nel 1976 quando era ancora viva l’Unione Sovietica, in seguito al lancio della stazione automatica Luna-24. Mentre la sonda indiana Chandrayaan-3 è composta dal modulo lander, chiamato Vikram, dal nome del fondatore dell’Agenzia spaziale indiana ISRO, e da un rover lunare, chiamato Pragyan (Saggia cognizione), la stazione russa Luna-25 ha soltanto un modulo di atterraggio dotato di un braccio automatico che potrà trivellare la superficie del satellite in cerca di ghiacci “anziani” 4,5 miliardi di anni.