Intervista di Putin: Mosca pronta al dialogo con Ucraina

Per arrivare a una soluzione di pace gli USA e i suoi alleati devono smettere di armare il regime di Kiev

Smettete di inviare armi e munizio9 all’Ucraina

Nel corso di un’intervista di oltre due ore al giornalista statunitense, Tucker Carlson, il presidente russo, Vladimir Putin, ha offerto  un ramoscello d’ulivo all’Ucraina, ma ha anche espresso dure critiche nei confronti degli Stati Uniti, i veri “accenditori” dei conflitti nel mondo.

“Se vogliono veramente la fine della guerra basta che smettano di inviare armi all’Ucraina”, ha detto il presidente russo, secondo cui in un certo momento Kiev era pronto ad accettare una soluzione politica, ma l’ex premier britannico, Boris Johnson, “ha fatto saltare il tavolo negoziale”, che nella primavera del 2022 a Istanbul in Turchia avrebbe potuto porre la parola “fine” all’operazione militare speciale della Russia in Ucraina.

All’inizio dell’intervista – la prima concessa a un giornalista occidentale dall’inizio del conflitto armato in Ucraina – Putin ha presentato una propria visione storica delle radici dell’attuale braccio di ferro con l’Ucraina, partendo dal momento della nascita di questa repubblica ex sovietica e sino all’indipendenza, ottenuta nel 1991 con la fine dell’URSS. Putin ha affermato di “essere stato ingannato dagli Stati Uniti” anche nel 2014, quando Washington gli avrebbe chiesto di “dare una calmata” ma soprattutto di “tenere a freno” la risposta del presidente ucraino di allora, Viktor Janukovic, alle proteste antigovernative in corso in Ucraina. “(Gli Usa) mi dissero che (in cambio) avrebbero trattenuto le opposizioni. Mi dissero: ‘Lasciamo che la situazione evolva verso un accordo politico’”. E dopo che Mosca eseguì la propria parte dell’intesa, ci fu “un colpo di Stato” seguito da attacchi e bombardamenti contro la popolazione a maggioranza russa nel Donbass nell’Ucraina Orientale cui Mosca non poté assistere inerte.

L’espansione della NATO verso l’Est europeo

Parallelamente alla trasformazione dell’Ucraina, l’ex “repubblica sorella” della Russia in un territorio nemico controllato dai nazionalisti, l’Alleanza Nordatlantica ha intrapreso “cinque ondate di espansione verso Est”, a dispetto delle rassicurazioni verbali fornite a Mosca al termine della Guerra fredda. “Ci fu promesso in parole molto chiare: niente NATO ad Est. Poi ci dissero, che non era scritto sulla carta”, ha dichiarato Putin, sostenendo che in passato interrogò persino l’ex presidente, Bill Clinton, in merito alla possibile adesione di Mosca all’Alleanza atlantica, ma ricevette un “netto rifiuto”. E al vertice di Bucarest nel 2008 la NATO aprì alla futura adesione della Georgia e dell’Ucraina.

Con la buona volontà dell’Occidente in conflitto in Ucraina finirebbe in poche settimane

Recapitolando: se l’Occidente smettesse di armare Kiev la guerra finirebbe in poche settimane. “Solo a quel punto si potrebbero concordare i termini di un accordo”, ha sottolineato il presidente russo, aggiungendo che Mosca non “ha alcuna intenzione” di allargare ulteriormente il conflitto nei territori della Polonia e delle repubbliche ex sovietiche del Baltico: “Lo faremmo in un solo caso, se la Polonia dovesse attaccare la Russia. Non abbiamo interessi nella Polonia, nella Lettonia, o altrove. Perché dovremmo farlo? Semplicemente non ci interessa”.

Rapporti bilaterali Russia-USA

Per quanto riguarda le relazioni bilaterali tra la Russia e gli Stati Uniti Putin ha affermato di aver avuto un “buon rapporto” proprio con Donald Trump, così come con uno dei predecessori di quest’ultimo alla Casa Bianca, George W. Bush, coi quali Putin ha potuto costruire almeno in parte una “relazione personale”. Rispondendo alla domanda riguardo alla possibilità di “ricucire il rapporto tra i due Paesi”, nell’eventualità di una nuova amministrazione USA dopo le elezioni di novembre 2024 Putin ha detto: “Non si tratta del leader o della sua personalità, ma della mentalità: se il ‘dominio (globale)’ rimarrà l’idea predominante nella società statunitense, non cambierà niente”.

Washington deve capire: il mondo diventa multipolare

Sul piano internazionale Putin ha detto che il mondo sta diventando “multipolare” e ha ancora una volta criticato la “classe dirigente” degli Stati Uniti, che sembra non capire proprio che il mondo starebbe cambiando e velocemente. “Prendiamo i Paesi del gruppo BRICS: nel 1992 contribuivano al PIL globale con una quota del 6%, mentre il 47% era il contributo dei Paesi del G7. Ora i BRICS ha superato il G7, con una quota del 31,5% contro il 30% del G7”, ha detto Putin, aggiungendo che la tendenza “non ha nulla a che vedere” con quanto sta accadendo in Ucraina. “È lo sviluppo dell’economia globale, che non può essere fermato proprio come il sole che sorge ogni mattina: bisogna adattarsi, mentre gli Stati Uniti reagiscono con la forza, con le sanzioni e con i bombardamenti”, ha detto Putin, enfatizzando l’importanza nel più vasto contesto internazionale dell’amicizia con Cina. Per Putin lo sviluppo economico della Cina preoccupa gli USA più della Russia che non ha paura di trovarsi sotto il “dominio cinese”. La “politica estera” di Pechino “non è aggressiva”, ha sottolineato il leader russo.