Iran: un’analisi attenta della lettera di Trump sul nucleare

Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi: “Gli Stati Uniti devono dimostrare sincerità politica e tornare ai colloqui sul nucleare iraniano il prima possibile”.

Wang Yi

L’Iran sta esaminando il testo della lettera del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul programma nucleare di Teheran. Come ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Esmail Baghaei, “la decisione su come rispondere avverrà dopo un’attenta valutazione da parte dei vertici dell’Iran”.

La missiva degli Stati Uniti, che contiene tra l’altro un invito alla ripresa di negoziati diretti sulla questione del programma nucleare iraniano, è stata consegnata al ministro degli Esteri dell’Iran, Abbas Araghchi, da Anwar Gargash, consigliere diplomatico del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan.

L’annuncio di Teheran è arrivato il giorno in cui a Pechino, la capitale cinese, si sono riuniti i viceministri degli Esteri della Cina, della Russia e dell’Iran per un colloquio incentrato sul programma nucleare iraniano. All’apertura della riunione ha partecipato il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi (nella foto), che ha invitato gli Stati Uniti a “dimostrare sincerità politica e tornare ai colloqui sul nucleare iraniano il prima possibile”. Nell’ambito dell’incontro tra i viceministri degli Esteri Ma Zhaoxu (Cina), Serghej Rjabkov (Russia) e Kazem Gharibabadi (Iran), Wang Yi ha ribadito la necessità di “creare attivamente le condizioni per rilanciare il dialogo e la negoziazione, evitando di intraprendere azioni che aggravino la situazione”. Il capo della diplomazia cinese ha invocato “cautela nel ricorso allo snapback”, un meccanismo del Piano d’azione congiunto globale (JCPOA) che “ripristinerebbe in maniera automatica tutte le sanzioni delle Nazioni Unite in vigore contro l’Iran prima dell’accordo del 2015”.

Ricordiamo, che 10 anni fa, l’Iran raggiunse un accordo con gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, il Regno Unito, la Francia e la Germania, accettando di limitare il suo programma nucleare in cambio di un alleggerimento del regime delle sanzioni internazionali. Tre anni dopo, Trump annunciò unilateralmente l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo su richiesta di Israele, rilanciando le sanzioni contro l’Iran al fine di indurre “il regime iraniano a cessare il proprio programma nucleare”.