Israele: servizio militare anche per gli ultraortodossi

L’esenzione, abolita dalla Corte suprema di Israele all’unanimità, può riguardare circa 66.000 giovani ebraici ultraortodossi

Gli ultraortodossi in Israele protestano contro la decisione della Corte suprema

La guerra nella Striscia di Gaza è ancora molto lontana dalla fine, le forze della difesa di Israele necessitano di nuove reclute e la Corte suprema israeliana prende una decisione drastica: sarà eliminata l’esenzione alla leva per gli studenti delle scuole talmudiche.

Martedì, 25 giugno, è stato stabilito che gli “studenti ultraortodossi non saranno più esentati dal servizio militare”. Si tratta di una decisione che potrebbe creare grossi problemi alla coalizione politica, guidata dal primo ministro, Benjamin Netanyahu.

In un comunicato ufficiale, la Corte supreme di Israele ha sottolineato che “al culmine di una guerra difficile, il peso delle disuguaglianze è più pronunciato che mai”, sottolineando che la decisione “è stata presa all’unanimità”.

Negli ultimi tempi in Israele sono aumentate le pressioni sulle autorità da parte dei partiti laici e di varie ONG, affinché venga abolito il “trattamento speciale” per gli ultraortodossi. In base a una decisione del 1948 di David Ben Gurion, politico, giornalista e sindacalista polacco naturalizzato israeliano, fondatore di Israele e prima persona a ricoprire l’incarico di primo ministro dello Stato di Israele, gli studenti delle scuole talmudiche erano esentati dal servizio militare, che nello Stato ebraico è obbligatorio,. Nell’ormai lontano 1948 questa esenzione riguardava 400 studenti. Oggi sono circa 66.000.

Some scrive la stampa israeliana “la questione del servizio di leva per gli ultraortodossi è diventata particolarmente sensibile dal punto di vista politico in un momento in cui l’esercito israeliano, composto prevalentemente da giovani soldati e da riservisti civili, deve combattere su due fronti: nella Striscia di Gaza e al confine con il Libano contro Hezbollah”. Il quotidiano “Jerusalem Post” sottolinea che la “posta in gioco, per Netanyahu, è alta: l’opinione pubblica è infatti a favore della fine delle esenzioni, ma il Governo include attualmente due partiti religiosi ultraortodossi che, se decidono di uscire dalla coalizione, faranno scattare nuove elezioni politiche”.