Kazakhstan fornirà del concentrato di uranio alla Svizzera

Secondo uno studio del Politecnico di Losanna "solare ed eolico non basteranno per soddisfare il fabbisogno energetico svizzero": servono otto nuove grandi centrali elettriche. Si arriva alla conclusione che la moderna tecnologia nucleare è la meno costosa.

Bruno Zimmermann (a sinistra) e Vladislav Baiguzhin

Dopo il fallito voto in Svizzera sulla cosiddetta “Responsabilità ambientale” – il 30,25% degli elettori svizzeri ha votato “sì”, mentre il 69,75% ha respinto l’iniziativa dei “verdi” – la Confederazione Elvetica sta per rilanciare in grande stile le centrali nucleari, perché le turbine eoliche e il fotovoltaico non saranno per nulla sufficienti per la transizione energetica. Secondo uno studio del Politecnico statale di Losanna “entro il 2050 la Svizzera non potrà farne a meno di ben otto nuove grandi e potenti centrali elettriche, ciascuna delle quali dovrà essere equivalente a un impianto nucleare”.

“Se vogliamo avere un approvvigionamento energetico sicuro in Svizzera nel 2050 avremo bisogno di molto di più di quanto la maggior parte dei politici e delle autorità suppongano oggi”, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano “SonntagsZeitung” Andreas Züttel, professore del Politecnico federale di Losanna.

In questo ambito la Svizzera ha fatto un passo molto importante, scegliendo il Kazakhstan, la più grande e la più sviluppata industrialmente repubblica ex sovietica dell’Asia Centrale, come “fornitore strategico di uranio arricchito per alimentare le sue centrali nucleari svizzere”.

Il gruppo statale del Kazakhstan, “Kazatomprom”, il maggiore produttore mondiale di uranio, ha siglato con le società svizzere “Axpo Power AG” e “Kernkraftwerk Leibstadt” (KKL) il primo contratto per la fornitura di concentrato di uranio, destinato ad alimentare i reattori nucleari delle centrali svizzere di Beznau e Leibstadt. La firma dell’accordo è avvenuta presso la sede di “Axpo Power”, a margine della visita in Svizzera di una delegazione di “Kazatomprom”.

“Siamo molto orgogliosi che questo primo contratto commerciale con ‘Axpo Power’ apra la strada a una cooperazione importante tra le nostre aziende. L’espansione della nostra presenza sui mercati internazionali conferma il riconoscimento di ‘Kazatomprom’ come fornitore affidabile di uranio a livello globale. L’accordo rappresenta un passo significativo nella nostra strategia di diversificazione delle vendite e un contributo essenziale per la sicurezza energetica e gli sforzi di decarbonizzazione”, ha dichiarato Vladislav Baiguzhin (nella foto), direttore commerciale dell’azienda kazakha.

Da parte sua Bruno Zimmermann, responsabile del Dipartimento per i combustibili nucleari di “Axpo Power”, ha sottolineato il valore strategico dell’intesa: “L’accordo con ‘Kazatomprom’ è fondamentale per ‘Axpo’ e ‘KKL’ nell’ottica di diversificare e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di combustibile. L’energia nucleare è un pilastro della strategia energetica a basse emissioni della Svizzera e la stabilità delle forniture è cruciale. L’inclusione di ‘Kazatomprom’ tra i nostri fornitori rafforza la nostra capacità di assicurare un approvvigionamento stabile e contribuisce agli sforzi globali di decarbonizzazione”.

Le società che gestiscono le centrali nucleari in Europa sono state costrette a cercare nuovi fornitori dopo la rottura con la Russia, ma soprattutto dopo che il Niger, uno dei maggiori produttori di uranio al mondo, ha messo al bando le sue esportazione di combustibile per le centrali nucleari verso la Francia. Il Kazakhstan si trova al primo posto nel mondo per la produzione di uranio (in media 23.000 tonnellate all’anno) e al secondo posto per le riserve confermate di questa materia prima strategica (700.000 tonnellate, ovvero il 14% delle riserve globali). Il numero uno al mondo per l’arricchimento di uranio è invece la Russia e non si esclude l’ipotesi che per poter soddisfare il crescente fabbisogno svizzero e mondiale, il Kazakhstan debba ricorrere all’industria russa dell’energia nucleare.