La visita di Vladimir Putin ad Abu Dhabi e Riyad

Sul tavolo delle trattative c’erano il petrolio, la guerra tra Israele e Hamas, il conflitto armato in Ucraina, il potenziamento del ruolo internazionale dei BRICS

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha visitato mercoledì 6 dicembre gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita in un insolito viaggio lampo, che conferma l’importanza per Mosca dei rapporti con gli Stati del Golfo Persico. Il leader russo è stato accompagnato da una imponente delegazione governativa che ha incluso il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, il primo vicepremier, Andrej Belousov, il vicepremier con la delega all’Energia, Aleksandr Novak, nonché il governatore della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, tra i 28 più influenti persone del mondo secondo la rivista Politico.

Ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, Vladimir Putin è stato accolto con le massime onorificenze dall’omologo emiratino, Mohamed bin Zayed Al Nahyan. I due leader hanno discusso della crisi ucraina e del conflitto armato tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. Come ha dichiarato lo stesso Putin all’apertura dei colloqui ad Abu Dhabi “collaboriamo molto strettamente sulla scena internazionale. Gli Emirati Arabi Uniti contribuiscono enormemente alla stabilizzazione della situazione nel mondo, essendo un membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha sottolineato il presidente russo.

Per rendere questa cooperazione ancora più capillare Putin ha invitato Mohamed bin Zayed al Nahyan a partecipare al summit dei BRICS che si terrà nella città russa di Kazan l’anno prossimo: “Nel 2024 – ha detto Putin – la Russia presiederà questa organizzazione internazionale. La aspetteremo al vertice di Kazan il prossimo ottobre”.

Dopo gli Emirati Arabi Putin si è recato a Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, dove con il principe ereditario, Mohammad bin Salman, è stata analizzata prima di tutto la cooperazione nel settore energetico. I prezzi del petrolio in caduta libera (la sera del 6 dicembre il WTI crude veniva quotato a soli 71,40 dollari al barile, mentre il Brent scendeva a quota 76,29 dollari), una sfida vera e propria alla recente decisione dell’Organizzazione dei Paesi produttori ed esportatori di petrolio di tagliare la produzione di greggio anche nel 2024, non possono non preoccupare i leader di questi due maggiori produttori del petrolio del mondo e i più stretti alleati all’interno dell’OPEC+. L’Arabia Saudita ha annunciato che nel primo trimestre dell’anno prossimo continua a produrre un milione di barili di petrolio in meno del suo output potenziale, mentre la Russia ha addirittura deciso di far salire i propri tagli – molto dolorosi per le casse dello Stato – dagli attuali 300.000 a 500.000 barili al giorno.

In questo contesto Putin e bin Salman “hanno discusso in modo molto sostanziale e profondo la cooperazione nel campo dell’energia, compresa l’interazione all’interno dell’OPEC+”. Come ha fatto notare il consigliere presidenziale russo, Dmitrij Ushakov “la Russia e l’Arabia Saudita si sono messi d’accordo di rafforzare ulteriormente il coordinamento russo-saudita all’interno dell’OPEC+ e più in generale per quanto riguarda le politiche produttive e commerciali dei due Paesi, che rappresenta una garanzia affidabile per mantenere una situazione stabile e prevedibile nel mercato petrolifero globale”. La Russia e l’Arabia Saudita, che tra meno di un mese diventerà membro a pieno titolo dei BRICS, hanno deciso di cooperare strettamente nell’ambito di questa organizzazione internazionale.

Il blitz russo dei contatti con i Paesi del Golfo Persico sarà proseguito a Mosca, dove giovedì arriverà il presidente iraniano, Ebrahim Raisi. In una nota speciale il Cremlino ha annunciato che Putin e Raisi discuteranno sia di rapporti bilaterali, che di quelli internazionali, in primo luogo della crisi di Gaza: “Sarà analizzata la cooperazione nel settore dei trasporti, di energia e di progetti economici congiunti. Si prevede di studiare sostanzialmente l’attuale agenda della cooperazione bilaterale con particolare attenzione all’attuazione di promettenti progetti congiunti nel commercio e nel settore economico, compresi i trasporti e l’energia”, ha scritto il Cremlino nella nota, aggiungendo che Putin e Raisi avranno in programma anche una discussione di questioni internazionali e regionali.

In vista della visita di Raisi il ministero delle Situazioni di emergenza russo ha annunciato di aver inviato il 6 dicembre il 13mo aereo con aiuti umanitari al popolo della Striscia di Gaza. “27,5 tonnellate di aiuti saranno consegnati alla Mezzaluna Rossa. In totale, la Russia ha inviato oltre 315 tonnellate di alimentari, medicine e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza”, ha detto un rappresentante del Governo di Mosca.