Giovedì 3 agosto, senza alcun preavviso, il ministero del Commercio e dell’Industria dell’India ha emesso una nuova restrizione alle importazione di tutti i tipi di personal computer e di altri gadget elettronici. Con effetto “immediato” è stato praticamente messo al bando l’import in India di notebook, di tablet, di PC, di server, di computer “all-in-one” nonché di qualsiasi altro tipo di computer di form factor ridotto, come i popolarissimi mini-PC cinesi.
Secondo una nota del Governo indiano “tutti questi computer appartengono alla categoria di classificazione internazionale, definita con il codice HSN 8741”. In altri termini si tratta di dispositivi elettronici pre-costruiti o completamente assemblati al di fuori dell’India, che non possono più essere importati nel Paese per una successiva vendita. Il divieto non riguarda però l’import di componenti né di parti per i prodotti elettronici della categoria HSN 8741.
New Delhi cerca di promuovere la realizzazione dell’ambizioso programma, lanciato ancora nel 2014 e battezzato “Make in India”. Tra bastone e carota il Governo indiano invita i maggiori produttori internazionali a lanciare delle produzioni proprie nel Paese, a portare in India investimenti e tecnologie, a creare molti nuovi posti di lavoro.
Alcuni maggiori produttori di elettronica come Dell, Hewlett Packard e Lenovo dispongono delle aziende di prorietà in India.
Nel 2023 l’esecutivo indiano ha messo in funzione un maxi programma finanziario da 6,6 miliardi di dollari, volto a sovvenzionare la produzione nel Paese di smartphone. Samsung e alcuni partner di Apple, tra cui Foxconn, Wistron e Pegatron, hanno presentato la domanda di adesione all’iniziativa. Per il momento al programma partecipano 22 società, che riceveranno finanziamenti supplementari per le vendite nel Paese dei prodotti fabbricati in India.
Secondo le stime del ministro indiano delle Tecnologie Informatiche, Ravi Shankar Prasad, nei prossimi cinque anni, le aziende produrranno smartphone e componenti per un valore totale pari a 153 miliardi di dollari. “L’India punta a diventare il centro globale della produzione di smartphone di alta qualità”, ha sottolineato il ministro indiano.
Inoltre, lo scorso maggio, il Governo del Premier Narendra Modi ha presentato un progetto “potenziato” di un altro programma da due miliardi di dollari, che favorirà la produzione locale di computer portatili, di PC e di server. In precedenza, l’India aveva voluto spenderne “soltanto” 892 milioni di dollari.
Secondo i dati resi pubblici lo scorso dicembre durante un dibattimento parlamentare , nel periodo 2021-2022 l’import totale indiano di prodotti elettronici è aumentato del 32%, salendo a quota 43 miliardi di dollari rispetto ai 32 miliardi di dollari nel biennio 2019-2020. Ma, grazie alla realizzazione del programma “Make in India”, la quota di prodotti elettronici d’importazione nello stesso periodo è diminuita dal 69% al 64%. Secondo la società di analisi Counterpoint, circa il 30-35% di laptop e il 30% di tablet venduti in India nella prima metà del 2023 è stato prodotto all’interno del Paese.