L’economia indiana: dal quinto al secondo posto nel mondo

Secondo la banca Goldman Sachs entro il 2075 in vetta alle classifiche economiche mondiali si troveranno la Cina e l’India, mentre gli Stati Uniti saranno spostati al terzo posto.

L’economia indiana ha tutti i requisiti per salire dall’attuale quinto al secondo posto nel mondo. Ma soltanto nel 2075, ovvero tra i 52 anni. Questa previsione è stata fatta dalla banca d’investimento americana Goldman Sachs, secondo la quale nella sua crescita economica l’India potrà sorpassare non soltanto il Giappone e la Germania, ma anche gli Stati Uniti, avvicinandosi il più possibile alla Cina, che negli ultimi tempi sul piano economico “starebbe segnando il passo”.
Secondo l’analista capo per l’India presso Goldman Sachs Reserch, Santanu Segupta, “nei prossimi 20 anni tra tutte le economie regionali il tasso di dipendenza in India sarà ridotto al minimo”. Il “tasso di dipendenza” è determinato dal rapporto tra il numero di persone a carico e la popolazione attiva totale. Un tasso di dipendenza basso significa che il Paese ha proporzionalmente più adulti di età lavorativa che sono in grado di sostenere giovani e anziani.
Alla base di questa previsione molto favorevole per l’India si sono trovati i progressi del Paese nel campo delle innovazioni tecnologiche, l’aumento degli investimenti e una rapida crescita della produttività del lavoro. Questa combinazione vincente di fattori permetterà all’India di lanciare nei prossimi anni molte produzioni moderne, di aumentare l’offerta dei servizi e di potenziare le reti infrastrutturali. A questo proposito il Governo indiano finanzia gli Stati più bisognosi del Paese affinché investano nella costruzione di infrastrutture. Il programma è stato elaborato per un periodo di 50 anni. Secondo i dati di Nasscom,  la maggiore associazione indiana che unisce oltre 3mila società del settore It, “entro la fine del 2023 gli utili delle aziende tecnologiche indiane dovranno crescere ancora di 245 miliardi di dollari”.
Secondo Goldman Sachs tra tutti questi fattori positivi il vero “tallone di Achille” è rappresentato dal tasso di partecipazione della Forza lavoro, che sta andando giù in India ormai da 15 anni, mentre la partecipazione delle donne è molto bassa: attualmente appena il 20% di tutte le donne indiane di età attiva ha un lavoro.
Ma a differenza di molti altri Paesi della Grande Eurasia le cui economie dipendono dalle esportazioni, l’economia indiana cresce e si sviluppa in primis grazie alla domanda interna. “Circa il 60% delle crescita economica indiana – ha scritto Golman Sachs – è garantito dal consumo interno e dagli investimenti in costante aumento”.
In base ai calcoli di Santanu Segupta per il 2075 le economie dei Paesi-leader dovranno raggiungere seguenti dimensioni:
Cina 57.000 miliardi d dollari
India 52.500 miliardi d dollari
Usa 51.500 miliardi d dollari
Eurozona 30.3000 miliardi d dollari
Giappone 7.500 miliardi d dollari