Andrew Spannaus, autore di Pluralia, docente e analista politico americano, ritiene la decisione sull’immunità parziale per Donald Trump una “vittoria pratica” per il probabile futuro presidente degli Stati Uniti
La decisione della Corte Suprema USA di concedere una parziale immunità presidenziale a Donald Trump nel processo per l’assalto a Capitol Hill, solo per gli atti ufficiali, ossia le azioni prese nei suoi poteri costituzionali, avrà certamente implicazioni interne ed esterne agli Stati Uniti. In un’intervista alla Radiotelevisione svizzera, Andrew Spannaus, giornalista, docente dell’Università Cattolica di Milano e analista politico americano, ha analizzato il significato e la portata di questa vittoria per l’ex presidente americano, che lo stesso Trump non ha esitato a definire una “vittoria per la democrazia”.
Per Spannaus si tratta prima di tutto “di una vittoria pratica”, nel senso che Donald Trump ha fatto di tutto per rimandare i processi e la Corte Suprema praticamente l’ha salvato dal processo penale, quello più importante, appunto per aver cercato di ribaltare le elezioni. E l’ha salvato in termini di tempo.
Ma il calvario di Trump non è finito ancora, perché si torna dalla giudice, Tanya Chutkan, che ha il compito di “distinguere tra quello che è ufficiale e non ufficiale”. Vale a dire che la giudice “dovrà decidere se una parte delle accuse deve essere archiviata sulla base della distinzione fatta dalla Corte Suprema, ossia tra azioni decise nei poteri costituzionali del presidente e azioni intraprese nella sua area privata”. Spannaus ritiene che vi siano in questa vicenda anche delle responsabilità istituzionali americane. “Il Dipartimento della giustizia – ha detto – è stato lento ad agire, dice, il procuratore forse poteva essere più attento nel distinguere già tra atti ufficiali e atti privati prima; insomma si è creato un grande miscuglio e in mezzo a questo Trump ha trovato senza dubbio una vittoria almeno pratica, poi le implicazioni politiche e istituzionali rimangono da vedere negli anni”.