Nel 2023 il PIL della Russia dovrebbe crescere del 3 per cento
L’economia russa rischiava di collassare a causa del “peso senza precedenti delle sanzioni occidentali” contro Mosca, ma questo pericolo è stato scongiurato. Lo ha dichiarato il portavoce presidenziale del Cremlino, Dmitrij Peskov, nel corso di un consueto punto stampa con i giornalisti russi e internazionali. Secondo Peskov, “teoricamente nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto sopportare” un peso del genere, ma la Russia è riuscita a stabilizzare la situazione e addirittura a raggiungere “persino una traiettoria di crescita” grazie alla mobilitazione di risorse, alle sagge decisioni della dirigenza politica e al lavoro del governo.
Secondo le ultime stime, rese pubbliche dalla Banca centrale del Paese, nel 2023 la crescita del PIL della Russia non sarà inferiore del 3 per cento.
La prima porzioni delle sanzioni anti-russe fu decisa nel 2014 in seguito a un referendum popolare in Crimea che decise il ritorno alla Russia della penisola, “regalata” nel 1954 dal leader sovietico di allora, Nikita Khruschev, all’Ucraina.
Oltre alle sanzioni “ufficiali” la Russia deve far fronte ai “boicottaggi” il più clamoroso dei quali è stato l’attacco dinamitardo ai due gasdotti russi del Baltico. E Peskov ha detto che il presidente russo, Vladimir Putin, “non parla a caso” di possibili sabotaggi dell’Occidente nei confronti della Russia. “Non a caso Vladimir Putin afferma che l’Occidente potrebbe ricorrere al sabotaggio a causa dell’inutilità delle sanzioni anti russe”, ha detto il portavoce. “Il presidente lo dice non senza una ragione. Dopo tutto, ha certe informazioni, ha dei motivi per dirlo”, ha sottolineato Peskov aggiungendo che “i Paesi occidentali soffrono perché le restrizioni non colpiscono la Russia come previsto”, ma hanno pesanti ricadute economiche sugli autori stessi delle sanzioni. La Russia, ha detto il portavoce presidenziale, deve rimanere “il più concentrata possibile”, poiché gli Stati occidentali “continueranno a cercare modi per esercitare pressione”. All’inizio di novembre Putin aveva richiamato alla necessità di “calcolare i rischi” di possibili operazioni di sabotaggio da parte dell’Occidente a causa “dell’inutilità delle sanzioni contro la Russia”.