Palestina membro dell’ONU, una larga maggioranza vota “sì”

143 i Paesi favorevoli, 25 astenuti e 9 contrari

143 Paesi del mondo hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di riconoscere la Palestina come Stato membro a tutti gli effetti. Il documento approvato raccomanda anche al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione” del riconoscimento dello Stato palestinese, riconoscimento che ad aprile era naufragato a causa del veto degli Stati uniti.

Sono stati solo nove i Paesi che hanno votato no, tra questi Stati Uniti, Israele, Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Ungheria, Argentina e Repubblica Ceca. 25 invece i Paesi che si sono astenuti: Albania, Bulgaria, Austria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Marshall Island, Olanda, North Macedonia, Moldavia, Paraguay, Romania, Vanuatu, Malawi, principato di Monaco, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Svizzera.

Un’adesione supportata da grandi numeri, che ha portato l’ambasciatore israeliano a un gesto plateale: ha stracciato con un tritacarte portabile la Carta dell’ONU davanti all’assise accusando: “State facendo a pezzi la Carta delle Nazioni Unite con le vostre stesse mani. Sì, sì, è quello che state facendo. Distruggere la Carta delle Nazioni Unite. Vergognatevi”

Chiaramente di segno opposto la dichiarazione dell’ambasciatore palestinese all’ONU, Ryad Mansour che ha spiegato come quello del 10 maggio sia un voto per la pace.”Vogliamo pace e libertà – ha spiegato – la nostra bandiera vola alta in Palestina, nel mondo e persino fuori dal campus della Columbia University a New York. E’ diventata un simbolo di chi crede nella libertà. Potete decidere di stare con la pace, con il diritto di una nazione di vivere in liberta’, oppure potete decidere di stare ai margini della storia. Colonizzazione e occupazione non sono il nostro destino, ci sono stati imposti”. Infine Mansour ha spiegato come votare per l’esistenza della Palestina non è contro nessuno stato ma solo “un investimento nella pace”.