Il presidente uscente, Joko Widodo, che ha raggiunto il limite dei mandati, appoggia l'attuale ministro della Difesa, Prabowo Subianto, andando contro il suo partito e candidando il figlio maggiore alla vicepresidenza
Si sono chiusi in Indonesia 800.000 seggi elettorali presso i quali oltre 205 milioni di aventi diritto al voto sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente, rinnovare i seggi dell’Assemblea consultiva del popolo, come in Indonesia si chiama il Parlamento bicamerale e anche la composizione di più di 2.000 amministrazioni locali di vario livello. L’Indonesia il cui territorio è composto di circa 18.000 isole è il quarto Paese più popoloso al mondo.
Stando alle prime proiezioni, diffuse nella notte tra mercoledì 14 febbraio e giovedì 15 da diverse società demoscopiche indonesiane, il ministro della Difesa dell’Indonesia, Prabowo Subianto, si sarebbe aggiudicato dal 57,7% (centro demoscopico Charta Politika) al 61% (Populi Center) dei consensi popolari. Qualora questi risultati dovessero essere confermati ciò consegnerebbe a Probowo la schiacciante vittoria già al primo turno. Se invece il 14 febbraio nessuno dei candidati alla presidenza dovesse ottenere più del 50% del totale dei voti espressi e almeno il 20% dei voti in più della metà delle province del Paese, si andrà al ballottaggio, previsto per il 26 giugno. Dopo la chiusura dei seggi le operazioni di spoglio delle schede sono iniziate immediatamente, ma secondo i media indonesiani i “risultati del voto verranno annunciati ufficialmente soltanto a marzo”.
Il ministro della Difesa, Prabowo, appoggiato dal presidente uscente, Joko Widodo, ha dominato i sondaggi d’opinione pubblica per l’intera durata della campagna elettorale, iniziata quattro mesi fa. Gli altri due protagonisti della trojka elettorale sono l’ex governatore della provincia di Giava Centrale, Ganjar Pranowo, e l’ex governatore della capitale indonesiana, la città di Giacarta, Anies Baswedan.
Joko Widodo, conosciuto con il soprannome “Jokowi”, che per legge non poteva presentarsi dopo due mandati consecutivi, ha votato in un seggio nei pressi del palazzo presidenziale a Giacarta. “Ci auguriamo – ha detto Widodo ai giornalisti – che le operazioni di voto procedano senza intoppi e che tutti i cittadini possano esprimere la propria preferenza in un clima di onestà, equità e sicurezza”. Widodo era stato eletto la prima volta nel 2014 dopo essersi presentato agli elettori dell’Indonesia come “uomo vicino al popolo” e invece “lontano” dalla tradizione indonesiana delle dinastie politiche. Negli ultimi anni Widodo è stato accusato dall’opposizione e dai media di “aver contribuito a peggiorare lo stato della democrazia del Paese asiatico”, perché entrato a fare parte di quelle élite politica che aveva detto di voler combattere.
Ha suscitato molta perplessità tra l’opinione pubblica indonesiana la controversa e quanto criticata mossa di Widodo, grazie alla quale il figlio maggiore del presidente uscente, Gibran Rakabuming Raka, si è candidato alla vicepresidenza dell’Indonesia in tandem con il ministro della Difesa, Prabowo Subianto, uno dei leader del partito “Movimento della grande Indonesia”, di stampo apertamente nazionalista e di destra. Per far salire il figlio ai vertici del potere politico indonesiano, Widodo ha tradito il proprio partito liberaldemocratico chiamato “Partito democratico indonesiano di lotta”.
Per il momento si sa soltanto che l’affluenza alle urne – il giorno delle elezioni è stato proclamato una festività nazionale – è stata “molto alta”. Nelle elezioni precedenti del 2019 al voto partecipò oltre l’81% degli elettori (in Indonesia possono votare tutti i cittadini dell’età superiore a 17 anni). Secondo i dati diffusi dalla Commissione centrale elettorale indonesiana “quest’anno, il 52% degli elettori registrati ha meno di 40 anni e quasi un terzo di tutti gli elettori ha meno di 30 anni”.
Prabowo, il probabile nuovo presidente dell’Indonesia, ha 72 anni e in passato fu capo delle forze speciali (Kopassus) e successivamente del Comando di riserva strategica (Kostrad) sotto la leadership del suocero, il presidente Suharto, che governò l’Indonesia con il pugno di ferro dal 1968 al 1998. Amnesty International e le altre organizzazioni per la tutela dei diritti umani accusarono Prabowo di aver partecipato alla sparizione di dissidenti e di attivisti pro-democrazia, mentre gli Stati Uniti lo misero sulla lista nera con il divieto d’ingresso nel Paese, durato 20 anni.
Infine Prabowo era stato avversario di Joko Widodo alle due elezioni presidenziali del 2014 e del 2019, presentandosi come leader nazionalista e sostenitore dei valori dell’Islam tradizione e conservatore.