Russia-USA: colloqui Putin-Witkoff a San Pietroburgo “molto produttivi”

Cremlino: è possibile una nuova telefonata Putin-Trump già nelle prossime ore. Il generale Keith Kellogg: l’Ucraina potrebbe essere divisa in due come Berlino dopo la Seconda guerra mondiale.

Keith Kellogg

È durato per quattro ore e mezzo l’incontro venerdì, 11 aprile, a San Pietroburgo tra il presidente russo, Vladimir Putin, e l’inviato speciale del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff. Il principale risultato dei colloqui al centro dei quali si sono trovati il conflitto in Ucraina e il programma nucleare dell’Iran, è stata l’intesa riguardo a una nuova conversazione telefonica tra Putin e Trump che potrebbe svolgersi già durante il fine settimana.

Il direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) e rappresentante speciale del presidente russo, Kirill Dmitriev, che aveva incontrato Witkoff prima di Putin, ha definito “molto produttivi” i colloqui avuti a San Pietroburgo.

Il presidente russo, Vladimir Putin, e l’omologo statunitense, Donald Trump, potrebbero avere un nuovo colloquio telefonico già nelle prossime ore. Lo ha detto portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, all’agenzia di stampa russa “TASS”. La telefonata seguirebbe l’incontro a porte chiuse tenuto venerdì pomeriggio nel palazzo della Biblioteca presidenziale di San Pietroburgo tra Putin e Witkoff. Peskov non ha voluto entrare nei dettagli del “lungo e cordiale” incontro, notando soltanto che “i colloqui si sono incentrati su vari aspetti relativi alla soluzione del conflitto in Ucraina”. Secondo i media statunitensi Witkoff avrebbe proposto a Putin di assumersi il ruolo di mediatore nei colloqui sul programma nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran.

Intanto l’inviato speciale degli Stati Uniti per il problema ucraino, Keith Kellogg (nella foto), ha dichiarato che l’Ucraina potrebbe essere “divisa come avvenuto per Berlino dopo la Seconda guerra mondiale”, nel quadro di un possibile accordo di pace con la Russia. In una intervista al quotidiano britannico “The Times”, il rappresentante presidenziale statunitense ha suggerito che le truppe francesi e britanniche potrebbero prendere sotto il proprio controllo alcune zone nell’Ovest dell’Ucraina, assumendo il ruolo di una “forza di rassicurazione”, mentre ad Est ci sarebbero i militari russi, mentre al centro dell’ex repubblica sovietica si troverebbe una zona demilitarizzata.

L’ex generale statunitense ha sottolineato che una presenza militare franco-britannica ad Ovest del fiume Dnipro, che taglia l’Ucraina in due parti passando anche attraverso Kiev, non sarebbe “per nulla un atto provocatorio” nei confronti di Mosca, aggiungendo che il Paese è “grande abbastanza” da ospitare “più Forze armate” nel tentativo di negoziare un cessate il fuoco. “Sarebbe qualcosa di simile a quello che è accaduto con Berlino dopo la Seconda guerra mondiale”, ha sottolineato Kellogg.