Washington vuole proporre alla Russia di assumersi il ruolo di mediatore nei colloqui USA-Iran
Si prospetta un nuovo, terzo, incontro informale tre il presidente russo, Vladimir Putin, e Steve Witkoff, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Donald trump. Venerdì, 11 aprile, Witkoff, è arrivato a San Pietroburgo, in Russia. Il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov, lo ha annunciato durante una conferenza stampa: “Sì, lo confermo. Witkoff è arrivato in Russia”, ha detto Peskov ai giornalisti.
Serghej Markov (nella foto), politologo russo vicino al Cremlino, ha scritto sui social che i due temi centrali dei colloqui tra Witkoff e Putin saranno l’Ucraina e l’Iran: “L’11 aprile Witkoff sarà ricevuto da Putin per discutere della pace in Ucraina e del programma nucleare iraniano. Dopodiché l’inviato speciale americano partirà da San Pietroburgo alla volta dell’Oman, dove insieme al ministro degli Esteri iraniano, Seyyed Abbas Araqchi, parteciperà al primo round dei cosiddetti ‘colloqui indiretti’ tra gli USA e l’Iran”.
Come ha scritto l’agenzia stampa iraniana “Nour News” Witkoff e Araghchi parleranno non direttamente tra di loro, ma tramite la mediazione del ministro degli Esteri dell’Oman, Sayyid Badr bin Hamad bin Hamood Albusaidi.
Secondo Markov, durante l’incontro Witkoff-Putin, gli USA potranno proporre alla Russia di assumersi il ruolo di principale mediatore nei colloqui tra Washington e Teheran: “Stiamo parlando dell’inizio di una grande guerra, che potrebbe cominciare con un potente attacco congiunto degli eserciti israeliano e statunitense contro l’Iran. Israele e gli Stati Uniti vogliono mettere il programma nucleare iraniano sotto il controllo internazionale e inoltre chiedono a Teheran di porre fine al sostegno degli Hezbollah. È chiaro che una risposta militare dell’Iran non si farà aspettare. Per gli Stati Uniti, in questo momento la questione iraniana è molto più importante rispetto alla crisi ucraina. Il ruolo tecnico di mediatore nei negoziati tra Washington e Teheran è ora svolto dall’Oman, ma la Russia può svolgere un ruolo molto più sostanziale e costruttivo nei negoziati”.